Start-up innovative, oltre quota 10 mila

Start-up innovative, oltre quota 10 mila
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Venerdì 10 Maggio 2019, 15:48 - Ultimo aggiornamento: 13 Maggio, 14:14
Alla fine del 1° trimestre 20191, il numero di startup innovative iscritte alla sezione speciale del Registro delle Imprese ai sensi
del decreto legge 179/2012 è pari a 10.075, in aumento di 317 unità (+3,2%) rispetto a fine 2018 (Tavola 1). Per la prima volta
dall’entrata in vigore della policy, dunque, il totale delle imprese iscritte supera quota 10mila unità.
Possono ottenere lo status di startup innovativa le società di capitali costituite da meno di cinque anni, con fatturato annuo inferiore a cinque milioni di euro, non quotate, e in possesso di determinati indicatori relativi all’innovazione tecnologica
previsti dalla normativa nazionale (sintesi dei requisiti e delle agevolazioni). Tra le 358mila società di capitali costituite in Italia negli ultimi cinque anni e ancora in stato attivo, il 2,82% risultava registrata come startup innovativa alla data della rilevazione, dato in aumento rispetto al 2,75% registrato tre mesi fa.
Il capitale sociale sottoscritto complessivamente dalle startup risulta in netto aumento rispetto al trimestre precedente (+38 milioni, +7,7% in termini percentuali) attestandosi ora a quota 527,1 milioni di euro; il capitale medio è pari a 52.319 euro a impresa, in aumento di circa 2.200 euro rispetto al precedente dato trimestrale.
Per quanto riguarda la distribuzione per settori di attività (Tavola 2), il 72,6% delle startup innovative fornisce servizi alle imprese (in particolare, prevalgono le seguenti specializzazioni: produzione di software e consulenza informatica, 34,4%; attività di R&S, 13,4%; attività dei servizi d’informazione, 9,3%), il 18,4% opera nel manifatturiero (su tutti: fabbricazione di macchinari, 3,3%; fabbricazione di computer e prodotti elettronici e ottici, 3,1%; fabbricazione di apparecchiature elettriche, 1,7%), mentre il 3,6% opera nel commercio.
In alcuni settori economici l’incidenza delle startup innovative sul totale delle nuove società di capitali appare rilevante. È una startup innovativa il 7,9% di tutte le nuove società che operano nel comparto dei servizi alle imprese; per il manifatturiero, la percentuale corrispondente è 4,9%. In alcuni settori, come definiti dalla classificazione Ateco 2007, la presenza di imprese innovative è particolarmente elevata: è una startup innovativa il 35,7 % delle nuove aziende con codice C 26 (fabbricazione di computer), il 35,2% di quelle con codice J 62 (produzione di software) e addirittura il 67,2% di quelle con codice M 72 (ricerca e sviluppo).
Guardando alla composizione delle compagini sociali (Tavola 3), le startup innovative con una prevalenza femminile – ossia, in cui le quote di possesso e le cariche amministrative sono detenute in maggioranza da donne – sono 1.365, il 13,6% del totale: incidenza nettamente inferiore rispetto al 22,1% osservato prendendo in esame l’universo delle neo-società di capitali. Le startup innovative in cui almeno una donna è presente nella compagine sociale sono 4.358, il 43,3% del totale: una quota anch’essa inferiore, seppur in minor misura, a quella fatta registrare dalle altre nuove società di capitali (47,5%).
Le startup innovative a prevalenza giovanile (under 35) sono 1.897, il 18,8% del totale. Si tratta di un dato di oltre tre punti percentuali superiore rispetto a quello riscontrato tra le nuove aziende non innovative. Ancora maggiore è la differenza se si considerano le aziende in cui almeno un giovane è presente nella compagine sociale: queste rappresentano il 42,9% delle startup (4.323 in tutto), contro il 33,7% delle altre imprese.
Le startup innovative con una compagine sociale a prevalenza straniera sono 325, il 3,2% del totale, una quota inferiore a quella osservata tra le altre nuove società di capitali (8,4%). Per contro, le startup innovative in cui è presente almeno un cittadino non italiano sono il 13,7% (1.378), proporzione più simile a quella riscontrata tra le società di capitali (14,5%).
Analizzando la distribuzione geografica del fenomeno (Tavole 4, 5A, 5Abis e 5B), la Lombardia rimane la regione in cui è localizzato il maggior numero di startup innovative: 2.543, pari al 25,2% del totale nazionale. Seguono il Lazio, unica altra
regione a superare quota mille (1.124; 11,2%), e l’Emilia-Romagna (891, 8,8% del totale nazionale). A breve distanza compare al quarto posto il Veneto, con 879 startup (8,7%), seguito dalla Campania, di gran lunga la prima regione del Mezzogiorno con 788 (7,8%). In coda figurano la Basilicata con 114, il Molise con 71, e la Valle d’Aosta con 21 startup innovative.
Il Trentino-Alto Adige è la regione con la più elevata incidenza di startup innovative in rapporto al totale delle società di capitali con meno di cinque anni e cinque milioni di fatturato annuo: il 5,1% è una startup innovativa. Seguono in graduatoria la Valle d’Aosta (4,9%), e il Friuli-Venezia Giulia (4,7%), uniche altre regioni a superare il 4%. Chiudono la classifica la Sardegna, con l’1,9%, e la Puglia, con l’1,8%.
Milano è di gran lunga la provincia in cui è localizzato il numero più elevato di startup innovative: a fine marzo 2019 esse erano ben 1.791, il 17,8% del totale nazionale. Al secondo posto compare Roma, che per la prima volta supera quota 1.000 (1.012 startup, 10% nazionale). Tutte le altre province maggiori sono molto staccate: nella top-5 figurano, nell’ordine, Napoli ( 360, 3,6%), Torino (322, 3,2%) e Bologna (317, 3,2%). La top-10 è completata da Padova, Bari, Verona, Salerno e Bergamo. In tutte le prime 15 province in graduatoria sono localizzate almeno 150 startup; per contro, le ultime 15 province in graduatoria presentano meno di 15 startup ciascuna. Il record negativo spetta a Oristano, dove sono localizzate solo 3 startup innovative. Se si considera il numero di startup innovative in rapporto al numero di nuove società di capitali attive nella provincia, al primo posto si posiziona Trento (7,1%); seguono Trieste (6,3%) e Rovigo (6,3%). Da notare come nella parte alta della graduatoria si posizionino due delle principali province del Paese, Bologna (settimo posto, 5,1%) e Milano, dove più del 5% delle società di capitali avviate negli ultimi cinque anni e con meno di cinque milioni di fatturato è una startup innovativa (ottava posizione).
All’estremo opposto, la provincia con la minore incidenza di startup sul totale delle nuove società di capitali è La Spezia (0,6%).
Sotto il profilo occupazionale (Tavole 6 e 7), a fine 20182 risultano presenti 4.271 startup innovative con almeno un dipendente3 (305 in più rispetto a fine giugno), pari al 42,4% del totale, incidenza in aumento di quasi 2 punti percentuali rispetto alla precedente rilevazione (40,6%). Il totale degli addetti cresce di 480 unità rispetto a tre mesi fa, portandosi a (13.298 persone. Il numero medio di dipendenti per startup è pressoché stazionario, pari a 3,1 contro i 3,2 di tre mesi prima.
Le altre società di capitali con meno di cinque anni presentano una media significativamente più elevata, pari a 5,6 addetti a impresa. A fine marzo 2019 i soci delle 9.929 startup innovative per cui è disponibile tale dato si avvicinano a quota 45mila (44.732), ben 3.272 in più rispetto al trimestre precedente (+17,9%). È ipotizzabile che i soci siano coinvolti direttamente nell’attività d’impresa. Le startup innovative sono contraddistinte da compagini significativamente più ampie rispetto alle altre nuove società di capitali: in media ciascuna startup ha 4,5 soci, contro i 2,1 riscontrati tra le altre nuove imprese comparabili.
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