Ma cosa è lo spread? E' un numero che misura la differenza di rendimento fra i titoli di Stato italiani (Btp) e quelli tedeschi (Bund) con durata decennale (o anche con scadenze diverse ma questo è quello più osservato). E' in sostanza un termometro della fiducia degli investitori internazionali sull'Italia. Più la fiducia sull'Italia diminuisce, più crescono i timori sulle capacità del Paese di ripagare i suoi debiti, e più aumenta questo differenziale. Va tenuto presente a questo proposito che la Penisola ha uno dei debiti più grandi del mondo, che ammonta a poco meno di 2.300 miliardi di euro, pari al 130% circa del prodotto interno lordo.
Che impatto ha la crescita dello spread sui mutui? Per chi ha già contratto un prestito a tasso fisso l'aumento dello spread non avrà alcuna conseguenza sulla rata mensile. Chi invece ha scelto un mutuo a tasso variabile in prospettiva, anche se non nell'immediato, si potrebbe trovare a dover pagare di più. Nella stragrande maggioranza dei casi i finanziamenti a tasso variabile sono legati a tassi come l'Euribor (o l'Eurirs per i prestiti a tasso fisso). Due tassi interbancari il cui valore in questa fase di saggi molto bassi sono da tempo negativi. I timori sull'Italia però potrebbero però alla lunga far risalire i tassi in tutta Europa e quindi portare nel lungo periodo a una crescita degli indicatori a cui sono indicizzati anche i mutui.
C'è però un altro aspetto da considerare. I mutui, sia quelli variabili che quelli fissi, sono indicizzati normalmente come detto all'Euribor o all'Eurirs. Ma a questi tassi le banche aggiungono uno spread, che negli ultimi anni è stato in costante discesa. Attualmente - secondo i dati di Mutuionline.it - gli spread medi per le dieci migliori offerte per un mututo a tasso variabile a 20 anni è dello 0,85%, mentre per un mutuo a tasso fisso di pari durata scende fino allo 0,15%. Se le tensioni sui titoli di Stato continuassero le banche però potrebbero ricominciare ad aumentarli, facendo così crescere anche il costo delle rate dei mututi. E anche il tasso a cui verranno erogati in futuro i prestiti, sia fissi che variabili.
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