Smart Working: quali scenari dopo il 15 ottobre?

Smart Working: quali scenari dopo il 15 ottobre?
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Lunedì 14 Settembre 2020, 10:30
(Teleborsa) - In scia all'esplosione della pandemia si è diffuso con una rapidità eccezionale lo smart-working, fino a pochi mesi prima utilizzato da una piccola fetta di lavoratori e aziende. Numeri alla mano, prima dell'emergenza sanitaria, nel nostro Paese si contavano circa 570mila lavoratori agili, che nei mesi più critici sono diventati tra 6 ed 8 milioni. Una crescita boom.

Strumento utilissimo nella fase emergenziale che ha permesso la continuità lavorativa, come ha sottolineato nei giorni scorsi il Ministro del Lavoro Catalfo, lo smart working secondo molti si candida a rivoluzionare il mondo del lavoro, da qui al prossimo futuro. Prima però serve una riflessione generale per fissare il perimetro di norme e competenze, coinvolgendo aziende, lavoratori e parti sociali.

Proprio in quest'ottica si attendono novità in vista del 15 ottobre, quando cioè in concomitanza con la fine dello stato d'emergenza, calerà anche il sipario sull'attuale meccanismo semplificato che consente al datore di lavoro di ricorrere allo smart working con una decisione unilaterale.

Di fatto ciò significa che, in mancanza di un intervento del Ministro, dal 16 ottobre i datori di lavoro dovranno ripristinare il meccanismo della legge 81, e dunque stipulare accordi individuali con i singoli lavoratori coinvolti nello smart working. Nel frattempo, le "big" hanno messo il turbo siglando accordi a livello di contrattazione aziendale con i sindacati per disciplinare il ricorso al lavoro agile.

Tante le ipotesi di intervento al vaglio del Ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, che il prossimo 24 settembre ha convocato sindacati e associazioni datoriali al tavolo sul lavoro agile, con l'obiettivo di mettere mano all'impostazione della legge Del Conte.
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