Smart working, proroga fino a dicembre per i fragili e i genitori di under 14 nel privato. Cosa cambia per gli altri?

Approvato un emendamento al decreto Lavoro che proroga fino al 31 dicembre lo smart working nel settore privato per i fragili e i genitori con figli minori di 14 anni. Per il pubblico sono invece in corso delle valutazioni.

Una famiglia in casa con la madre al lavoro al computer in smart working.
di Giacomo Andreoli
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Giovedì 8 Giugno 2023, 15:59 - Ultimo aggiornamento: 9 Giugno, 00:00

Alla fine lo smart working, nel privato, è stato prorogato fino al 31 dicembre per i fragili e i genitori con figli under 14. A renderlo noto è stata Paola Mancini di Fratelli d'Italia, relatrice di un apposito emendamento al decreto Lavoro, all'esame della commissione Affari sociali del Senato, in vista della conversione in legge.

La scadenza dello smart working per fragili e lavoratori con figli fino a 14 anni, sia per il privato che per il pubblico, era quella del prossimo 30 giugno. Per quanto riguarda una eventuale proroga per i fragili nel settore pubblico è in corso un approfondimento per verificare le coperture e la decisione verrà presa martedì.

Cos'è lo smart working

Lo smart working è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro e caratterizzata dall'assenza di vincoli orari o di spazio, con un'organizzazione del lavoro per cicli e obiettivi.

La definizione di smart working, contenuta nella legge n. 81 del 2017, pone l'accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l'accordo individuale e sull'utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).

Ai lavoratori agili viene garantita la parità di trattamento - economico e normativo - rispetto ai loro colleghi che eseguono la prestazione con modalità ordinarie. È, quindi, prevista la loro tutela in caso di infortuni e malattie professionali, secondo le modalità illustrate dall'Inail nella circolare n. 48/2017.

La proroga nel privato

Nel settore privato, quindi, i genitori lavoratrici e lavoratori dipendenti con almeno un figlio minore di 14 anni potranno avere ancora diritto a svolgere la prestazione in modalità agile, anche in assenza degli accordi individuali e con il solo obbligo da parte del datore di lavoro di assolvere agli obblighi informativi previsti dagli articoli da 18 a 23 della legge 81/2017 a condizione che:

  • nel nucleo familiare non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito, in caso di sospensione o cessazione dell’attività lavorativa;
  • non vi sia un genitore non lavoratrice/lavoratore;
  • che tale modalità sia compatibile con le caratteristiche della prestazione.

La proroga sembrava esclusa dopo che il ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo aveva spiegato a Il Messaggero che non c'è n'era più bisogno, visto che «non siamo più in pandemia».

Invece, ora, è arrivato il dietrofront.

Sono invece considerati lavoratori fragili coloro che sono affetti dalle patologie e condizioni individuate dal decreto del ministro della Salute di cui all'art. 17, comma 2, del decreto legge 24 dicembre 2021, n. 221, convertito con modificazioni nella legge 18 febbraio 2022, n. 11.

Il nodo coperture nel pubblico

Per quanto riguarda ministeri e pubbliche amministrazioni ad oggi vale lo smart working solo per i fragili e non per i genitori. L'ostacolo per prorogare il lavoro agile dei primi è quello dei costi. Che non sono bassi. Secondo i conteggi della Ragioneria generale dello Stato servirebbero una trentina di milioni, soprattutto per coprire i lavoratori fragili della scuola. Professori e professoresse, per lo più, che non possono andare al lavoro perché rischierebbero per la loro salute.

Come si ottiene il lavoro agile se non si è coperti dalla proroga?

Se da qui al 30 giugno non ci fossero ulteriori interventi legislativi per prorogare la possibilità di ricorrere al lavoro agile per i lavoratori fragili nel pubblico, quest'ultimi dovrebbero tornare in via generale al lavoro in presenza. O meglio, il ricorso allo smart working verrebbe regolato, come già avviene per gli altri lavoratori, esclusivamente dagli accordi individuali tra amministrazione pubblica (o azienda) e lavoratori, secondo quanto previsto dalla legge 81/2017 e dal Protocollo nazionale sul lavoro in modalità agile.

Quindi per ottenere lo stesso lo smart working bisogna far riferimento a questi accordi che devono indicare i dati del datore di lavoro, del lavoratore, della tipologia di lavoro agile (tempo determinato o indeterminato) e della sua durata. Ovviamente non tutti i lavori possono essere fatti da remoto, motivo per cui solo alcune aziende possono concederlo. Per avere priorità nell'accesso al lavoro agile devono comunque sussistere condizioni di salute/familiari tali da giustificarlo.

Bisogna fare domanda?

La richiesta, quando è il lavoratore a farsene promotore e non è direttamente il datore di lavoro a proporre i giorni di lavoro agile, seguendo l'eventuale accordo aziendale, deve essere accompagnata da una domanda formale. In questo caso bisogna scrivere la motivazione che comprova lo stato di necessità dello smart working, unitamente alla prova (se richiesta).

Quindi bisogna accettare le modalità di svolgimento dello smart working secondo il piano concordato e per il periodo di tempo prestabilito. Infine è necessario avere, anche tramite il supporto aziendale, la strumentazione tecnologica a casa necessaria per svolgere la mansione, garantendo piena reperibilità durante l’orario di servizio con il numero di cellulare aziendale e via email.

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