Dalle categorie che hanno una corsia preferenziale allo stop a mail e alle telefonate fuori dall'orario di lavoro. Non c’è solo il tetto massimo del 15% di dipendenti pubblici in smart working. Anche le regole del lavoro agile sono destinate a cambiare. E molto. I paletti saranno inseriti nei contratti che il governo, tramite l’Aran, sta negoziando con i sindacati. Di seguito alcuni dei principali punti previsti.
Statali, smart working: le nuove regole, stretta su orari e controlli
Smart working, niente mail e telefonate fuori dal tempo di lavoro
Viene previsto per il lavoratore in smart working il «diritto alla disconnessione».
Precedenza a neo-mamme e portatori di handicap
L’accesso al lavoro agile sarà garantito prioritariamente ad alcune categorie di lavoratori. Innanzitutto le famiglie, quindi sia padri che madri, che hanno figli di età inferiore ai 3 anni. Poi anche ai lavoratori portatori di handicap in situazione di particolare gravità. Così come a chi accudisce portatori di handicap che si trovano, sempre, in condizioni di particolare gravità. L’amministrazione nel dare accesso al lavoro agile dovrà avere cura di conciliare da un lato le esigenze di benessere e flessibilità dei lavoratori, e dall’altro lato gli obiettivi di miglioramento del servizio pubblico. Si tratta di un punto che il ministro per la Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha sempre sottolineato. Il lavoro agile deve diventare una delle modalità di prestazione lavorativa, ma non potrà essere concesso indipendentemente dai risultati e dall’efficienza nel prestare il servizio pubblico. Una linea resa esplicita ancor prima di ipotizzare, come fatto nei giorni scorsi a Cernobbio, l’introduzione di un tetto massimo del 15 per cento ai lavoratori in smart working della Pubblica amministrazione.
Andranno concordati i luoghi da dove si opera
Viene previsto che il lavoratore debba concordare con l’amministrazione i luoghi dove è possibile svolgere l’attività. In ogni caso nella scelta dei luoghi di svolgimento della prestazione lavorativa a distanza il dipendente, si legge nelle bozze del contratto, è tenuto ad accertare la presenza delle condizioni che garantiscono la piena operatività della dotazione informatica. Se le connessioni non fossero stabili o non adeguate a garantire la sicurezza scatterebbero delle contromisure. In caso di problematiche di natura tecnica o in caso di cattivo funzionamento dei sistemi informatici, qualora lo svolgimento dell’attività lavorativa a distanza sia impedito o sensibilmente rallentato, il dipendente è tenuto a darne tempestiva informazione al proprio dirigente. Questi, qualora le suddette problematiche dovessero rendere temporaneamente impossibile o non sicura la prestazione lavorativa, può richiamare il dipendente a lavorare in presenza. In caso di ripresa del lavoro in presenza, il lavoratore sarà tenuto a completare la propria prestazione lavorativa fino al termine del proprio orario ordinario di lavoro.
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