Signature Bank fallita dopo il crac Svb, ecco cosa è successo e il piano Usa per evitare ​una nuova Lehman Brothers

Il governo americano scende in campo E annuncia un piano per evitare che il fallimento di Silicon Valley Bank si tramuti in una nuova Lehman Brothers

Signature Bank fallita dopo il crac Svb, cosa è successo e il piano Usa per evitare una nuova Lehman Brothers
4 Minuti di Lettura
Lunedì 13 Marzo 2023, 08:11 - Ultimo aggiornamento: 10:53

Signature Bank è chiusa dalle autorità americane, in quello che è il secondo grande fallimento di una banca in tre giorni e il terzo maggiore nella storia dopo Washington Mutual nel 2008 e Silicon Valley Bank. L'istituto di New York ha pagato proprio il crollo di Svb, colpevole di aver innescato una crisi di fiducia e una fuga dei clienti. La banca ha cercato invano di cercare un acquirente nelle ultime 48 ore ma non è riuscita a chiudere un accordo.

Signature Bank fallita dopo crac Svb

I clienti di Signature Bank avranno indietro tutti i loro depositi, così come quelli di Svb.

La banca aveva aperto i battenti nel 2001 presentandosi come alternativa ai grandi istituti e vantandosi della sua accurata assistenza ai clienti. Dopo la crisi finanziaria del 2008 è cresciuta rapidamente divenendo una delle preferite degli investitori. Nel 2018 ha mosso i primi passi nel mondo cripto, assumendo personale specializzato così da espandere il suo raggio d'azione al di là del mercato immobiliare. Un passo importante che l'ha portata a divenire una della maggiori istituzioni finanziarie sul mercato delle critpovalute, e l'ha aiutata a raddoppiare i depositi in due anni.

Agli inizi del 2022 proprio il 27% del suo totale depositi proveniva da clienti con asset digitali. L'esposizione alle critpovalute però l'ha resa anche vulnerabile al collasso di Ftx tanto da spingerla a tagliare i rapporti con alcuni dei suoi clienti attivi sugli asset digitali, fra i quali Binance. Il passo indietro non è però riuscito a calmare i timori degli investitori e così la chiusura di Silvergate Capital prima e di Silicon Valley Bank poi l'hanno travolta. Il fallimento di Signature Bank minaccia di tagliare fuori l'industria cripto dal sistema bancario regolamentato americano. Un timore emerso nel corso di alcuni incontri di emergenza tenuti nelle ultime ore dalle società attive nel settore delle criptovalute. Nell'annunciare la chiusura di Signature Bank, le autorità hanno precisato che gli azionisti non saranno tutelati e il management sarò rimosso. La banca, alla fine del 2022, aveva 110 miliardi di dollari di asset e 88,6 miliardi in depositi.

Il piano Usa per evitare una nuova Lehman Brothers

Il governo americano scende in campo E annuncia un piano per evitare che il fallimento di Silicon Valley Bank si tramuti in una nuova Lehman Brothers. Il Tesoro, la Fdic e la Fed annunciano - in una nota congiunta - che tutti i depositi presso Svb saranno disponibili da lunedì, quindi anche quelli sopra il 250.000 dollari assicurati dalla Federal Deposit Insurance Corp. Inoltre la banca centrale mette a disposizione una nuova finestra di liquidità per aiutare le banche a rispondere alle richieste dei clienti in caso di fuga. Un'azione «forte» che ha come obiettivo quello di «proteggere l'economia americana rafforzando la fiducia nel nostro sistema bancario», si legge nella nota congiunta nella quale si precisa che «il sistema bancario resta resiliente e si basa su fondamenta solide, in larga parte grazie alle riforme effettuate dopo la crisi finanziaria».

Parole però accompagnate dalla chiusura da parte della autorità di una seconda banca, Signature Bank, nello Stato di New York e uno dei maggiori istituti per le società cripto. «Non è il 2008», si affrettano comunque a precisare dal Tesoro americano sottolineando che il piano non implica alcun salvataggio. «Vengono tutelati i depositanti» mentre i titolari di azioni e bond vengono spazzati via, precisa il Tesoro confermando così la linea di Janet Yellen che, a chiare lettere, aveva detto che non ci sarebbe stato alcun salvataggio. L'azione del governo e della Fed, «pronta a far fronte a ogni problema di liquidità che potrebbe emergere», punta a disinnescare i timori di un effetto contagio dal fallimento della banca e a tutelare le centinaia di start-up tecnologiche e non solo che avevano depositi alla Silicon Valley Bank. Tutelando tutti i depositi, anche quelli sopra i 250.000 dollari che rappresentano il 90% dei depositanti di Svb. Un segnale quindi di distensione che punta a evitare una crisi bancaria dalle conseguenze imprevedibili anche per il presidente Joe Biden che si appresta a decidere su una sua possibile ricandidatura per il 2024. «Monitoriamo da vicino le condizioni del mercato finanziario e siamo pronti a usare tutti gli strumenti a sostegno delle famiglie e delle imprese e a prendere ulteriori misure se necessario», precisa la Fed. Monitora anche il Tesoro, valutando se il caso di Svb possa richiedere ulteriori regole.

© RIPRODUZIONE RISERVATA