Philip Morris studia nozze con Altria: fusione da oltre 200 miliardi

Philip Morris studia nozze con Altria: fusione da oltre 200 miliardi
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Martedì 27 Agosto 2019, 17:15 - Ultimo aggiornamento: 21:38
Philip Morris e Altria valutano una fusione fra pari con la quale convolare nuovamente a nozze dieci anni dopo il loro divorzio. Le trattative sono in corso e - avvertono le due società - non ci sono garanzie che vadano a buon fine. Dall'unione nascerebbe un gigante delle sigarette da 210 miliardi di dollari (circa 190 miliardi di euro) in grado di posizionarsi per affrontare la rivoluzione in atto nell'industria del tabacco, dove le vendite di sigarette sono in deciso calo mentre i prodotti alternativi, come le e-cigarette e la marijuana, sembrano poter rappresentare il futuro. Un futuro comunque incerto visto l'atteggiamento battagliero adottato soprattutto dalle autorità americane contro il vaping, ritenuto il responsabile di una epidemia fra i giovanissimi.

L'unione fra pari allo studio sancirebbe il ritorno insieme di Philip Morris e Altria dopo la loro separazione nel 2008. Un addio per accontentare gli azionisti che chiedevano dividendi più alti e per 'isolarè Altria, particolarmente esposta al mercato americano e alle minacce di azioni legali che iniziano a pesare sulla divisione internazionale. Si era arrivati così al divorzio, con quale c'era stata la spartizione del marchio Marlboro. Altria lo avrebbe venduto negli Usa, Philip Morris sugli altri mercati.

Dal 2008 però le cose sono cambiate e non poco. I rivali di Philip Morris e Altria sono rafforzati, con British American Tobacco che ha acquistato Reynolds American per 49,4 miliardi di dollari. E i timori di possibili azioni legali contro Altria sono diminuiti. Ma soprattutto l'industria del tabacco si è profondamente trasformata con l'ascesa di Juul, il popolare marchio di sigarette elettroniche diffuso fra i giovanissimi. Philip Morris e Altria stanno investendo nelle sigarette elettroniche, con Altria che ha speso 13 miliardi di dollari per il 35% proprio di Juul e investito anche in una società di marijuana canadese. Philip Morris sta invece scommettendo sulla tecnologia IQOS, che riscalda il tabacco senza bruciarlo.

«Altria attrae con la sua quota in Juul e Philip Morris potrebbe essere un partner internazionale ideale per Juul», afferma Bonnie Herzog, analista di Wells Fargo. Insomma le nozze sembrerebbero poter spianare la strada al rilancio delle due società. Ma l'incognita delle autorità americane, che hanno minacciato di vietare le Juul nel caso in cui l'uso fra i giovanissimi dovesse continuare, pesa come un macigno sul futuro.

 
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