Fattori come complessità amministrative e inadeguato coordinamento dell'assistenza pesano per oltre un quinto sugli sprechi del sistema italiano, più degli acquisti a costi eccessivi (10%) e sono praticamente allo stesso livello di frodi e abusi, stimati al 22% del totale degli sprechi che superano i 21 miliardi di euro.
Nonostante una spesa di oltre 113 miliardi di euro l'Italia è uno dei Paesi occidentali che, secondo l'ultimo rapporto Health at Glance Europe dell'OCSE, investe meno sul sistema sanitario in relazione al PIL: 8,9% contro il 9,6% della media dell'Unione Eurpea e contro l'11,5% della Francia e l'11,3% della Germania.
Uno "spread della salute" che pesa sull'efficienza, la capillarità e la modernizzazione della rete sanitaria nazionale mentre cresce la domanda di assistenza sanitaria e sociale in Italia con un balzo del 16% delle cooperative del settore negli ultimi 5 anni.
Restano però scoperte molte aree di crisi a cominciare dai tempi di attesa che per una visita medica specializzata nel pubblico superano i due mesi con 88 giorni per un accertamento oculistico e più di 96 giorni per una colonscopia, secondo l'ultimo rapporto del Crea Sanità. Una situazione che interessa le famiglie italiane che nell'ultimo anno hanno aumentato dell'8% le spese per i servizi sanitari e la salute che ora toccano i 123 euro al mese, secondo ISTAT.
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