Salario minimo, Catalfo: indispensabile, benefici superano svantaggi per le imprese

Salario minimo, Catalfo: indispensabile, benefici superano svantaggi per le imprese
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 17:45
(Teleborsa) - L'introduzione di un salario minimo è "indispensabile". Così la ministra Nunzia Catalfo, oggi in audizione in Commissione Lavoro sulla proposta di direttiva europea sui salari minimi, sottolineando l'importanza di "riprendere il confronto già avviato con le parti sociali e le altre forze di maggioranza, al fine di definire un provvedimento legislativo in materia di salario minimo collegato alla legge di Bilancio, già annunciato nella Nota di aggiornamento al Def e che completerebbe il piano di azione predisposto con il Recovery Plan".

"La garanzia di una retribuzione dignitosa e adeguata per tutti i lavoratori – ha spiegato la ministra del Lavoro – favorirebbe senz'altro la realizzazione di un mercato del lavoro più inclusivo, più equo e paritario, abbattendo le disuguaglianze, anche i termini di gender pay gap".

La ministra del Lavoro ha posto l'attenzione su coloro che pur lavorando non riescono a percepire salari dignitosi. Un esempio è offerto dai dati di coloro che percepiscono il Reddito di Cittadinanza pur avendo un impiego: "in base alle informazioni in mio possesso, sono 365.436 i beneficiari della misura che, alla data dell'08 gennaio scorso, risultano titolari di un rapporto di lavoro attivo, il 75% dei quali nel settore dei servizi. Ciò significa che almeno 365.436 individui, pur lavorando, non riescono ad avere una vita dignitosa".

La contrattazione collettiva è "centrale" per individuare i salari minimi ma in Italia si dovranno tenere in considerazione "alcune peculiarità", ha sottolineato la ministra Catalfo. A partire dalla consapevolezza della "massiccia presenza dei contratti cosiddetti al ribasso". Per tali ragioni sarà necessario trovare "le soluzioni più idonee a circoscrivere la cerchia dei contratti collettivi che possano fungere da parametro per la determinazione del salario minimo": la ministra del Lavoro guarda soprattutto ai contratti collettivi "leader", "ossia quelli siglati dai soggetti comparativamente più rappresentativi sul piano nazionale che presentino maggiore connessione, in senso qualitativo, all'attività esercitata dal datore", ha spiegato.

"Sebbene l'osservanza di un minimo salariale potrebbe comportare, almeno in una prima fase, un incremento dei costi del lavoro per le imprese, specialmente per quelle rientranti nei settori in cui attualmente si applica un trattamento retributivo non adeguato, i rischi connessi sembrano tuttavia contenuti", ha aggiunto puntualizzando che "i benefici di un intervento normativo supererebbero decisamente gli svantaggi e tali benefici sono raggiungibili solo attraverso un atto di regolazione sovranazionale".
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