E' questa la Saipem di cui parla l'Amministratore delegato, Stefano Cao, in una intervista al Corriere della Sera Economia, dove racconta anche di un'Italia che valorizza troppo poco le sue "eccellenze" e sfrutta ancora meno le sue risorse naturali, ad esempio il gas nel Mar Adriatico che rischia di venir sfruttato da altri paesi e dalle grandi major globali. Un Paese che vanta eccellenze nelle energie pulite, come Enel, che è leader nelle rinnovabili nel continente americano, ed Eni, in grado di competere a livello globale nei giacimenti di gas.
Saipem - afferma Cao ripercorrendo il passato - è un "patrimonio nazionale" che va salvaguardato: realizza il 96% del fatturato all'estero, ma genera l'80% di quel fatturato attingendo a prodotti e servizi di PMI con un bacino di 24 mila aziende nell'indotto, di cui 2.900 italiane.
Parlando di Saipem, Cao parla di un vicino ritorno dei dividendi e di una transizione energetica "già avviata", ma ricorda che "giorno per giorno si devono fare passettini per garantirla".
A proposito della transizione energetica, il manager ha parlato di una serie di priorità per l'Italia per arrivare all'azzeramento della CO2 "che avvelena il pianeta": realizzare di impianti per energie rinnovabili, un campo in cui Saipem sta già lavorando da tempo, come i parchi eolici offshore, e sviluppare nuove tecnologie, come il Kitegen (l'aquilone eolico) e lo sfruttamento delle correnti marine. Ma è prioritario anche il l'uso dell'idrogeno e le azioni volte a ridurre e catturare la CO2 che intanto viene prodotta.
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