È stato difficile per Saipem il primo semestre dell'anno. Come in una tempesta perfetta sono coincisi gli effetti della pandemia da Covid 19, che ha colpito aree in cui il lavoro agile non è praticabile, con il blocco in Mozambico a causa della situazione politica del Paese e problemi tecnici su un progetto eolico nel Mare del Nord, per i quali Saipem ha accantonato 200 milioni di euro. I ricavi sono scesi da 3,67 a 3,2 miliardi di euro. Il margine operativo lordo rettificato è passato da un attivo di 355 milioni a un rosso di 266 milioni e la perdita netta è salita da 132 a 656 milioni di euro. In calo da 4,83 a 4,4 miliardi i nuovi ordini, mentre il portafoglio residuo è cresciuto da 22,4 a 23,6 miliardi, che arrivano a 26,1 miliardi includendo le società non consolidate.
Per il secondo semestre il Gruppo prevede di raddrizzare parzialmente la situazione riportando in attivo il margine operativo lordo, con ricavi compresi tra 4,5 e 5 miliardi di euro.
Inevitabile la reazione in Borsa, dove il titolo, congelato anche per eccesso di volatilità, ha lasciato sul campo il 4% a 1,94 euro.
Un congesto complicato e «sfidante» quello in cui opera Saipem, che ha indotto l'amministratore delegato Francesco Caio, che ha escuso con un no secco un possibile aumento di capitale, ad intervenire con un piano immediato di «semplificazione e focalizzazione» sui costi, con benefici attesi di «100 milioni a regime».