Safilo e Kering Eyewear rinnovano accordo per occhiali Gucci, titolo su in Borsa

Safilo e Kering Eyewear rinnovano accordo per occhiali Gucci, titolo su in Borsa
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Venerdì 4 Ottobre 2019, 19:45 - Ultimo aggiornamento: 21:46
Continuano le grandi manovre nel mondo dell'occhialeria tra Italia e Francia. Kering Eyewear e Safilo hanno rinnovato l'accordo per la produzione dei prodotti di Gucci. A inizio settimana le indiscrezioni di un possibile interesse del colosso francese del lusso sul gruppo italiano avevano mosso al rialzo il titolo di Safilo, che anche oggi ha chiuso con un balzo dell'11,85% a 1,15 euro.

Di fatto è solo l'ultimo movimento di 'truppè nel settore lenti e occhiali a cavallo tra i due paesi. Una direttrice che
non solo ha visto nel 2018 l'italiana Luxottica di Leonardo Del Vecchio convolare a nozze con Essilor, ma anche nel 2017 la joint venture in Thelios tra Lvmh e Marcolin. Sullo sfondo ci sono le stime degli analisti vedono il settore dell'occhialeria in crescita nei prossimi anni, soprattutto per la fame di lusso (e di vista migliore) di mercati dinamici come Asia e Paesi emergenti.

La partnership triennale tra Kering e Safilo partirà dal gennaio 2021, in continuità col precedente contratto. I due
Gruppi hanno spiegato di aver «consolidato un rapporto di fiducia reciproca». Safilo negli ultimi anni ha dovuto
affrontare una serie di difficoltà. Tra cui anche il fatto che alla scadenza del contratto con Safilo, a fine 2020, Lvmh ha ovviamente deciso di far produrre gli occhiali a marchio Dior a Thelios.

A spingere le speculazioni di un interesse di Kering adesso è anche la presenza dell'ex ceo di Safilo, Roberto Vedovotto, al vertice della divisione Eyewear di Kering. Il gruppo non ha mai nascosto di puntare ad un rafforzamento del comparto occhiali. Per gli analisti di Bernstein l'acquisto di Safilo «avrebbesenso» in quanto la divisione degli occhiali di Kering sta appunto crescendo velocemente e avrebbe tutto l'interesse a a rilevare capacità produttiva in Italia. Inoltre per il gruppo francese, che capitalizza 55 miliardi di euro, non si tratterebbe di una spesa particolarmente onerosa, dato che in Borsa la società veneta (ma di proprietà del fondo olandese Hal), nonostante i rally degli ultimi giorni, vale solo 317 milioni. 
 
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