Sace, l'aut aut delle fondazioni che ha bloccato il trasferimento da Cdp al Tesoro

Sace, l'aut aut delle fondazioni che ha bloccato il trasferimento da Cdp al Tesoro
di Rosario Dimito
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Mercoledì 8 Aprile 2020, 16:09 - Ultimo aggiornamento: 16:10
Sul destino della Sace, lunedì 6, si è consumato un braccio di ferro fra fondazioni e Tesoro, prevalente rispetto alle divergenze fra Roberto Gualtieri e Luigi Di Maio. E alla fine il compromesso raggiunto per cui Sace resta nel portafoglio di Cdp ma in un'area di "condominio" con il Mef che ne potrebbe allungare i tempi decisionali, è frutto della discesa in campo del presidente di Cassa depositi e prestiti Giovanni Gorno Tempini che è stato designato dalle fondazioni, azioniste con il 15,93% mentre l'ad Fabrizio Palermo è stato scelto da via XX Settembre (83,77%). E Gorno era in video conferenza lunedì 6, assieme a Palermo, Gualtieri, Di Maio quando si stava decidendo il trasferimento di Sace.
Perchè le fondazioni si sono opposte? Durante il week end nel corso di colloqui fra il presidente dell'Acri Francesco Profumo, i maggiorenti dei principali enti azionisti di Cassa e Gorno, la contrarietà a spossessare via Goito della partecipazione è stata motivata con la preoccupazione che questo passaggio avrebbe depauperato patrimonialmente Cassa e quindi il valore delle partecipazioni dei soci di minoranza.
Le fondazioni hannoo difeso strenuamente il perimetro della Cassa anche perchè le sinergie con Sace sono di evidente utilità nella nuova strategia della società di promozione. Ecco perchè è partita l'aut aut degli enti di cui si sarebbe fatto interprete Gorno al tavolo governativo: se Cdp deve privarsi di Sace, il Tesoro dovrà pagare un prezzo, come avvenuto nel 2012 per l'operazione inversa, per fissare il quale si sarebbe dovuto procedere a perizia da parte di terzi indipendenti con una perdita di tempo notevole che avrebbe nuociuto alla necessità di far presto per utilizzare il polo dell'export in funzione di sostegno alle imprese con i 200 miliardi stanziati con il decreto liquidità.
Il risultato del compromesso è stato che nel decreto è previsto che Sace debba concordare con Cdp le strategie industriali e commerciali; in relazione al nuovo ruolo strategico di Sace, Cdp dovrà preventivamente concordare con Tesoro e Ministero degli affari esteri il diritto di voto su Sace e sempre con il Tesoro dovrà consultarsi in merito alla gestione della partecipazione sulla società dell'export. Viene inoltre specificato che Sace non è soggetta all'attività di direzione e coordinamento da parte di Cdp mentre Sace dovrà consultarsi in anticipo con il Mef sulle decisioni aziendali.
Insomma le critiche che stanno piovendo da più parti di lungaggini burocratiche in un decreto che è stato concepito per dare al più presto liquidità ad imprese e professionisti che boccheggiano per il virus trovano più di un fondamento concreto.
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