"Dal 2014 il nostro paese è soggetto alla pressione delle sanzioni, quindi abbiamo costantemente diversificato le riserve nel corso degli anni, aumentando la quota di oro e yuan - ha osservato - Pertanto, dalla fine del 2013 alla fine del 2021, la quota del dollaro nelle riserve è diminuita di quasi 4 volte, la quota dell'oro è aumentata di 2,5 volte, dall'8,3 al 21,5%. E la quota dello yuan - da zero al 17%".
La governatrice della Bank of Russia ha riconosciuto che le sanzioni al mercato finanziario russo e alla banca centrale "hanno limitato la nostra capacità di condurre interventi in valuta estera". "Ma affinché il nostro mercato dei cambi non rimanga indifeso, abbiamo introdotto controlli sui capitali - ha spiegato - Tali misure sono indubbiamente efficaci. Ma, capiamo, non solo proteggono il perimetro del nostro mercato dalle sanzioni, ma complicano anche l'attività economica estera. E ora le nostre aziende dovranno cercare nuovi fornitori di beni importati, componenti, materie prime ed esportatori".
"A causa delle sanzioni, i consumatori e i produttori russi stanno perdendo l'accesso ai mercati per l'importazione e l'esportazione di prodotti finiti e componenti - ha detto in un altro passaggio - Possono sorgere problemi anche quando la produzione è altamente localizzata, quando si è verificata una sostituzione delle importazioni sufficientemente elevata".
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