Liuzzo: per il futuro del Paese e il successo del Pnrr aziende e istituzioni chiamate a collaborare

"La crescita passa dal recovery"

Liuzzo: per il futuro del Paese e il successo del Pnrr aziende e istituzioni chiamate a collaborare
di Romana Liuzzo*
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Sabato 13 Novembre 2021, 09:12

La chiamano la «conversione». Più semplicemente è il bivio che ci attende per l'ingresso nel «Mondo nuovo». Nessuna connotazione evangelica: si tratta di costruire su basi totalmente rinnovate il nostro sistema economico. Il futuro del Paese passerà dal Piano nazionale di ripresa e resilienza, è vero, ma è altrettanto vero che il successo o meno del Pnrr nella realizzazione di infrastrutture, nell'innovazione tecnologica e nella transizione ecologica dipenderà, mai come in questa fase storica, dalla collaborazione tra aziende e istituzioni, tra società private e il mondo politico-amministrativo. Un sodalizio decisivo, indispensabile. 
Declinare questo concetto è più semplice di quanto si pensi. Tradotto: la pandemia - col suo carico di sofferenza - avrà avuto un senso solo se da questo momento in poi i due soggetti dello sviluppo del Paese collaboreranno e condurranno insieme in porto le riforme necessarie, come primo step. Quella della giustizia, per lo snellimento e l'accelerazione dei processi, soprattutto in sede civile; quella del mercato del lavoro, per introdurre criteri di maggiore elasticità, a cominciare dall'organizzazione della produzione di beni e servizi; quella tecnologica, che dovrà rendere l'Italia finalmente digitale. E' chiaro che - perché tutto ciò accada - sarà necessario che i soggetti responsabili facciano la loro parte: le categorie produttive, i sindacati, la politica. Conversione e collaborazione, dunque, per lasciarci alle spalle la lunga transizione ed entrare finalmente nel «Mondo nuovo». La transizione la stiamo vivendo e la vivremo ancora a lungo, ma occorre porre le basi per superarla, per archiviarla. La Fondazione che ho l'onore di presiedere darà ancora una volta il suo contributo per l'apertura della nuova pagina di storia che andrà scritta insieme. Sulla scia del lascito morale e culturale di Guido Carli, economista e servitore dello Stato.
PRIMA VOLTA 
Così, per la prima volta (e finalmente) in presenza dopo quasi due anni, il gotha del mondo politico-istituzionale nella sua attuale conformazione tripartisan e del management e dell'imprenditoria si ritroveranno insieme in occasione della convention in programma 
La Fondazione sottoporrà in quell'occasione al pubblico confronto il suo Manifesto della ripartenza articolato in tre punti. «L'Italia sia Green», non per assecondare un trend mediatico ma perché possa essere più vivibile il «Mondo nuovo»; ancora, «Il ritorno dei talenti, per favorire nel mondo accademico ma anche in ogni settore professionale il rientro delle risorse e delle intelligenze volate all'estero; infine, la «Ricostruzione tecnologica» del Paese, ben più che una semplice riforma.  Energia e ambiente - come è confermato dal dibattito che tiene banco in queste settimane segnate dal vertice Cop26 e dall'inatteso accordo Usa-Cina - saranno i due capisaldi della ripartenza.
Dalla buona riuscita della transizione ecologica dipenderà il giudizio dei nostri figli sul mondo che riusciremo a lasciar loro.
Ecco perché tra i tanti ospiti presenti alla convention non poteva mancare il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, al quale è affidato il saluto d'apertura, dopo una mia breve introduzione ai lavori.
GLI OSPITI IN SALA
In tema di energia sarà fondamentale tener conto del punto di vista offerto da Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. Saranno circa duecento gli ospiti in sala, nel pieno rispetto delle prescrizioni ministeriali anti Covid. Ma è una piccola svolta - la presenza appunto - che segnerà essa stessa il cambio di passo, l'uscita seppur parziale dall'emergenza. L'apertura dei lavori sarà affidata a Gianni Letta, presidente onorario della Fondazione Guido Carli. A seguire il dibattito, che vedrà protagonisti: Aldo Bisio, amministratore delegato Vodafone Italia; Michela Vittoria Brambilla, presidente Leidaa; Urbano Cairo, presidente di Cairo Communication e Rcs; Oscar Farinetti, fondatore di Eataly; Luigi Ferraris, Amministratore delegato Ferrovie dello Stato; Giovanni Malagò, presidente Coni; Stefano Sala, amministratore delegato Publitalia'80. Moderatore Nicola Porro, giornalista e conduttore televisivo.
Stiamo vivendo la più lunga e complessa fase di cambiamento che la storia recente ricordi. E' giunto il momento di superarla. Tutti gli indicatori economici ci dicono che abbiamo già imboccato la via d'uscita dal tunnel, come ha sottolineato a più riprese nelle sue recenti uscite il presidente del Consiglio Mario Draghi. Ed è una valutazione in prospettiva, la sua, nella quale possiamo certamente porre fiducia. 
Ma perché quel processo di conversione (economica, ecologica, perfino di stili di vita) sia davvero completato, sarà necessaria la collaborazione e la partecipazione di tutti. Da questa crisi si uscirà solo insieme. Allora sì, il sacrificio della sospensione del tempo vissuta sarà servita a qualcosa. Anche a renderci davvero donne e uomini migliori.  
*Presidente Fondazione Guido Carli 

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