Ristori, salgono gli indennizzi nel nuovo decreto: attesi altri 1,5 miliardi di euro

Ristori, salgono gli indennizzi nel nuovo decreto: attesi altri 1,5 miliardi di euro
di Andrea Bassi e Michele Di Branco
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 4 Novembre 2020, 06:47 - Ultimo aggiornamento: 11:22

Il meccanismo ormai è rodato. Ogni Dpcm di chiusura del governo sarà affiancato da un decreto legge con delle misure di indennizzo per le attività economiche che vengono chiuse. Anche stavolta sarà così. Il nuovo intervento sarà da 1,5 miliardi di euro. Quanto basta, per adesso, per evitare un nuovo scostamento di bilancio. Fare altro deficit necessiterebbe del via libera del Parlamento. Ma nel caso fosse necessario, il ministro dell'Economia Roberto Guatlieri è pronto ad avanzare la richiesta. Il nuovo pacchetto si aggiunge ai 5,5 miliardi (di cui 2 per i ristori) già messi sul piatto nei giorni scorsi. «L'intervento seguirà una logica simile a quella adottata a fine ottobre» spiegano fonti alle prese con il dossier. Significa indennizzi automatici pagati direttamente dall'Agenzia delle Entrate. L'intenzione è di far arrivare i soldi nelle casse delle imprese entro dicembre.

LEGGI ANCHE --> Coprifuoco, regioni rosse, arancioni e verdi: i nuovi divieti, dal lockdown a spostamenti, bar e scuola

Al ministero dell'Economia si lavora per suddividere i codici Ateco (quelli ai quali bisogna essere agganciati per rientrare tra i beneficiari degli indennizzi) in relazione alle Regioni, così da procedere con i ristori nelle aree più colpite, quelle che subiranno un lockdown quasi totale. La sfida principale, che vede impegnato anche il Mise, è quella di preparare un meccanismo flessibile e differenziato che si adatti a tutte le variabili: zone rosse-filiere colpite, una mappatura non statica ma soggetta all'evoluzione del contagio e disegnata in modo tale da poter essere applicata automaticamente alle zone che dovessero diventare rosse. L'obiettivo è potenziare gli aiuti a tutte le attività che saranno costrette alla chiusura dal nuovo Dpcm. Bar e ristoranti, ma anche negozi di abbigliamento, parrucchieri, estetisti, teatri, tabaccherie al banco e mercati rionali che potrebbero subire la serrata totale nelle Regioni che hanno un indice di contagio superiore all'1,5 e gli ospedali fuori controllo.

Avranno bisogno di un sostegno economico i 1.200 centri commerciali di cui fanno parte 36 mila negozi, destinati a rinunciare allo shopping del fine settimana. Alle attività chiuse verranno estesi la sospensione della seconda rata Imu, il credito di imposta sugli affitti e la sospensione dle versamento dei contributi.



Le Regioni saranno suddivise nelle tre zone (rossa, arancione e verde) in base al rischio e quindi sarà necessario assegnare a ogni zona una lista di codici Ateco. Attualmente gli indennizzi, contributi a fondo perduto erogati, con un tetto massimo di 150 mila euro, sono pronti per essere indirizzati a 53 categorie colpite. E vanno dal 100% al 400% (ma è previsto un incremento delle percentuali per quelle attività, già comprese nel Dl Ristori, che potrebbero subire un ulteriore calo delle entrate) di quanto previsto nella scorsa primavera. Tuttavia il Mise e il Mef amplieranno la platea ad altri settori «a condizione recita il decreto che siano direttamente pregiudicati dalle misure restrittive». Pizzerie a taglio, rosticcerie, piadinerie e paninoteche, produttori di birra, per fare alcuni esempi, lamentano di essere stati tagliati fuori. E dunque nelle prossime ore dovrebbero essere accontentati e rientrare tra le attività che tra novembre e dicembre incasseranno i soldi. Ovviamente, gli aiuti non saranno uniformi, ma dipenderanno dal tipo di attività e dal grado di danno prodotto dalle restrizioni: importi più alti interesseranno chi sarà costretto a chiudere mentre i ristori scenderanno per chi (perché residente in zona arancione o verde) subirà un impatto minore. Ad esempio, come ricordato, i centri commerciali saranno chiusi nel week end in tutta Italia e quindi anche nella zona verde: anche a loro, quindi, andrà riconosciuto un sostegno. Quanto alle risorse, i margini sono strettissimi. Il decreto Ristori bis collegato al nuovo Dpcm poggerà sul margine ancora disponibile a valere sul deficit, pari allo 0,1% del Pil. Nel decreto poi, potrebbero entrare anche altre misure, come una riedizione del bonus baby sitter da 600 euro nel caso in cui fossero lasciati a casa con la didattica a distanza minori di 12 anni.
 

© RIPRODUZIONE RISERVATA