Riso, allarme Airi: «Costi insostenibili, rischio scaffali vuoti in poche settimane»

L’allarme è di Mario Francese, presidente dell’Airi, l’associazione industrie risiere italiane che punta il dito contro la siccità e i rincari dei costi dell'energia

Riso, costi insostenibili: «Rischio scaffali vuoti in poche settimane»
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Venerdì 22 Aprile 2022, 20:21 - Ultimo aggiornamento: 22 Febbraio, 22:29

«Nelle prossime settimane potrebbe mancare il riso negli scaffali dei supermercati». A lanciare l’allarme è di Mario Francese, presidente dell’Airi, l’associazione industrie risiere italiane, che punta il dito contro molteplici cause: la siccità, l'aumento del prezzo della materia prima nazionale e dei costi produttivi, dall'energia elettrica (raddoppiata da ottobre a oggi), al gas metano (+ 150%), al petrolio, (+54%), fino costi per il packaging, +40%) «Tutti problemi che avevamo iniziato a evidenziare già a inizio marzo e che adesso si stanno amplificando». Un incremento di costi che non è stato compensato adeguatamente dai prezzi di vendita e che ora rischia di rendere la produzione di riso non più sostenibile economicamente.

La siccità

A questi problemi che mettono alle strette i produttori si aggiunge lo stato prolungato di siccità che sta colpendo il Nord Italia e il fiume Po, che mette a rischio le nuove semine e potrebbe incidere fortemente sulla produzione di risone nazionale per l’anno successivo.

Una diminuzione della produzione che l'anno prossimo renderebbe ancora più difficile dare risposta a una domanda in aumento costante, cresciuta del 25% in Italia e del 10% in Europa negli ultimi 10 anni. 

I produttori venderanno le scorte di riso per superare la crisi

Proprio ora che la domanda è più alta però la produzione non basta più e secondo Francese, con i quantitativi già collocati nell’attuale campagna di commercializzazione, il riso italiano non sarà sufficiente a soddisfare la domanda in aumento: «La disponibilità residua di risone nazionale rilevata dall’Ente nazionale risi è la più bassa delle ultime dieci campagne e la crisi economica mette a rischio la sostenibilità del settore risiero» continua Francese che invita i produttori «A vendere le scorte per evitare che gli scaffali rimangano vuoti. Nella speranza che i tre fattori che hanno portato a questa situazione possano migliorare nel breve».

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I rincari della guerra: aumenti maggiori su oli vegetali, cereali, burro e pasta

Ma il settore del riso non è l'unico in crisi. Con la guerra in Ucraina ed i rincari energetici aumenta il costo di tutte le materie prime alimentari nel carrello della spesa. Gli alimenti registrano a livello mondiale un balzo record del 12,6% in un solo mese, il più alto dall'inizio delle rilevazioni nel 1990.  A salire maggiormente sono i prezzi degli oli vegetali, cereali e carne che toccano le cifre massime di sempre. Nel dettaglio, secondo Coldiretti, nel mese di marzo gli oli vegetali sono cresciuti del 23,2% i cereali del 17,1%, lo zucchero del 6,7%, la carne del 4,8% e i lattiero caseari del 2,6% rispetto al mese di febbraio. Aumenti considerevoli anche per la verdura fresca, con prezzi in rialzo del 17,8% in un mese, e il burro che arriva a +17,4%, e la pasta (+13%). Aumento a doppia cifra anche per frutti di mare (+10,8%) e farina (+10%). Cresce anche il prezzo del pane, che a marzo è stato il 5,8% più costoso rispetto a febbraio.  

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