Rigassificatore Piombino, tutti contro tutti: FdI e Pd in titl. Calenda: «Sbagliate le proposte di Letta e Meloni»

Fazzolari (Fratelli d’Italia) contraddice il sindaco toscano: il rigassificatore si farà

Rigassificatore Piombino, tutti contro tutti: FdI e Pd in titl. Calenda: «Sbagliate le proposte di Letta e Meloni»
di Andrea Bulleri
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Sabato 27 Agosto 2022, 23:58 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 07:32

Calenda contro Letta, Letta contro Conte – che rimanda al mittente –, ma pure contro Salvini e Berlusconi. Chi sperava in una tregua, una pausa della campagna elettorale per tentare di trovare soluzioni all’emergenza gas, per il momento è rimasto deluso. Perché a meno di trenta giorni dal voto, tra i partiti il clima è quello del tutti contro tutti. Anche sul fronte energia. A cominciare dal nodo rigassificatore a Piombino, che agita in egual misura il Pd (con il governatore toscano Eugenio Giani che dice sì all’impianto, a patto che «sia un’opera sicura», e il dem Andrea Romano che invece vorrebbe una valutazione ambientale più approfondita), ma pure Fratelli d’Italia, alle cui file appartiene il sindaco della cittadina in provincia di Livorno, Francesco Ferrari (contrario). 

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E se a parole tutti invocano misure per sostenere famiglie e imprese schiacciate dal prezzo del gas alle stelle, l’accordo sembra tutt’altro che a portata di mano.

Comincia Giuseppe Conte: «Subito in Parlamento tutte le forze politiche, unite, per chiedere interventi massicci ed evitare un autunno rosso», proclama il leader M5S. Gli fa eco Silvio Berlusconi: «Il governo deve agire subito per soccorrere chi è in difficoltà», afferma il Cavaliere, convinto che si debba «ripartire al più presto con ciò che la sinistra ha bloccato: termovalorizzatori, rigassificatori, trivelle». Salvini intanto rilancia sul nucleare e aggiunge: «Serve un intervento da 30 miliardi per affrontare la crisi». A tutti e tre ribatte Enrico Letta: «Con quale credibilità – twitta velenoso il segretario del Pd – chi 37 giorni fa ha fatto cadere il governo pretende oggi da Draghi misure per la crisi energetica?». Replica di nuovo Conte: «Enrico, mentre noi proponevamo soluzioni contro il caro bollette, tu eri distratto tra furia bellicista per l’Ucraina, armi e inceneritori».

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Un botta e risposta che non somiglia neanche un po’, insomma, a quel «time-out» invocato da Carlo Calenda (che intanto lancia per il 7 settembre insieme a Matteo Renzi una «mobilitazione in favore delle infrastrutture»). «Serve un confronto tra i partiti su come intervenire sulle bollette – ribadisce il leader di Azione – Il no gas di Letta e la proposta di Meloni non reggono: troviamo un accordo per il bene dell’Italia» (ribatte Berlusconi: «Proposta stravagante»). Eppure anche Calenda non resiste alla tentazione di punzecchiare il segretario del Pd. Stavolta il bersaglio è uno dei manifesti elettorali di Letta, quello che contrappone le «energie rinnovabili» sostenute dal Pd ai «combustibili fossili». «Ma come fai – attacca Calenda – nel momento di massimo bisogno di gas a fare un manifesto come questo? La politica energetica non si può ridurre a slogan privi di senso». 

 

IL NODO PIOMBINO

Ben lontani dal trovare una quadra sul da farsi, i partiti si scontrano anche sul nodo del rigassificatore. Il Pd, quello nazionale, è favorevole a farlo a Piombino. Quello locale, no. Con il dem Andrea Romano (candidato proprio nel collegio uninominale Livorno-Piombino) che chiede che sul progetto si faccia una valutazione di impatto ambientale, purché «accelerata», non prevista dall’attuale roadmap. Passaggio che il governatore toscano Giani, commissario straordinario per l’opera, esclude. Ma la discussione agita pure Fratelli d’Italia. Con il sindaco di Piombino Ferrari che dice di aver ricevuto rassicurazioni dal partito, e da Giorgia Meloni, sul fatto che una volta al governo si cercheranno anche «altre soluzioni». «Il rigassificatore di Piombino si farà – assicura invece al Messaggero Giovanbattista Fazzolari, senatore e responsabile del programma di FdI, tra gli uomini più ascoltati dalla leader – Ma vanno previste una serie di accortezze per i piombinesi. Dalla valutazione ambientale, che si può fare in tempi molto brevi, a compensazioni per i cittadini come gli sconti in bolletta». Anzi, per Fazzolari potrebbero pure servirne altri, di impianti, «soprattutto se la Germania continuerà a opporsi al tetto al prezzo del gas e la Francia a ostacolare il nostro collegamento con la Spagna. Sono questi i veri problemi», conclude il senatore: «È inutile continuare ad attaccare il sindaco di Piombino come fa Calenda». E la tregua, ancora una volta, può attendere.

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