«La lotta all’emergenza demografica è una priorità assoluta», dice al Messaggero il ministro della Famiglia Eugenia Roccella. «Abbiamo iniziato ad occuparcene», prosegue, «dal primo giorno e continueremo a farlo con determinazione». Del resto è vero che Giorgia Meloni la questione demografica l’ha messa al primo punto del suo programma elettorale. Non si può dire, insomma, che la drammatica crisi delle nascite in Italia non sia all’attenzione del governo. Gli allarmi, del resto, sono ormai incessanti. Carlo Bonomi, presidente degli industriali, ha più volte definito la crisi demografica italiana «persistente e drammatica, tra le peggiori dell’area Ocse». I primi effetti del crollo delle nascite si fanno sentire, per esempio, nella carenza di manodopera. Alcuni, ancora più insidiosi, si manifesteranno solo tra anni. Li ha sintetizzati perfettamente Papa Francesco nell’udienza a San Pietro con i dipendenti dell’Inps. «Non fate figli», ha detto il Pontefice, «ma avete cani e gatti, chi pagherà le tasse per la pensione?».
Il punto è proprio questo.
L’APERTURA
Il governo Meloni ha anche introdotto un ulteriore mese di congedo parentale retribuito all’80 per cento dello stipendio e che può essere fruito alternativamente dalla madre o dal padre del neonato. Ma le iniziative non si esauriranno qui. Roccella chiarisce che «tutte le politiche deo governo saranno orientate alla natalità». E questo significa, dice il ministro, che «anche la misura che sostituirà il Reddito di cittadinanza sarà fortemente tarata sul criterio familiare». Già è noto che il sussidio scomparirà per chi è abile al lavoro, ma rimarrà per chi ha minori a carico. E il “quoziente” familiare avrà un ruolo cruciale nel determinare gli importi. A proposito di quoziente familiare. È considerata una delle misure chiave per rilanciare la natalità. In Francia, almeno, sembra aver funzionato.
Ma più che di “quoziente”, Roccella preferisce parlare di «criterio familiare». Il quoziente è solo una delle vie per declinarlo, non l’unica. Il criterio familiare, comunque, aggiunge, «è stato introdotto nella delega fiscale approvata dal governo. La natalità e il sostegno alle famiglie», prosegue il ministro, «sono previsti come principi cardine ai quali la riforma dovrà ispirarsi e la composizione del nucleo familiare e i costi sostenuti per la crescita dei figli faranno parte dei criteri per la revisione del sistema di tassazione». Secondo la ricerca «Figli: una ricchezza onerosa» commissionata da Plasmon e condotta da Community Research & Analysis sotto la direzione di Daniele Marini (Università di Padova), un italiano su due indica la carenza di servizi quale causa di rinuncia alla procreazione. «Stiamo studiando», dice ancora Roccella, «misure di accompagnamento alla maternità e servizi di supporto alle madri diffusi sul territorio, sul modello di prossimità francese anche rilanciando i consultori».