Come sottolinea Mastrocinque ad oggi i punti cardine per la riforma sono: "riduzione Irpef per circa 7 milioni di contribuenti che popolano il terzo scaglione di aliquote (38% per redditi da 28.001 fino a 55mila euro); eliminazione dell'Irap (almeno per le imprese più piccole), che sarebbe inglobata nell'Ires; revisione delle aliquote sulle rendite finanziarie per portarle a un livello prossimo alla prima aliquota Irpef (23%); rivisitazione del regime forfettario per le partite Iva con ricavi o compensi fino a 65mila euro; riscrittura degli strumenti per la lotta all'evasione; rafforzamento del fisco ambientale tramite un riordino dei bonus per la riqualificazione degli edifici e aumento della detraibilità Iva per le auto che non inquinano".
CAF-Cia evidenzia l'assenza dal documento approvato di alcuni elementi essenziali: "riforma del Catasto per rendere i valori più equi e realistici rispetto all'ubicazione e alla tipologia dell'immobile; riforma del sistema della riscossione che ha ampiamente dimostrato tutta la sua inefficienza, provocando montagne di crediti spesso irrecuperabili da parte dello Stato; totale silenzio sul sistema delle detrazioni, auspicando che nessuno voglia toccarle (considerato la loro importanza in termini sociali e di volano per l'economia); detrazioni per carichi di famiglia, considerato l'avvio nel 2022 dell'assegno unico; previsione di un periodo di adeguamento alle nuove regole previsto solo per il regime forfettario per le partite Iva fino a 65mila euro, comprensibile a condizione che poi ci sia un totale rientro all'Irpef".
"C'è ancora tempo per migliorare, – conclude Mastrocinque – ma non si può riscrivere un regime fiscale senza considerare gli importanti punti che a nostro modo di vedere mancano nel documento approvato. Confidiamo nella capacità di sintesi e visione del Governo, con l'auspico di effettuare una riforma impostata su equità, crescita, e sviluppo e tenga conto delle reali esigenze di tutte le categorie di contribuenti".
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