Reddito di cittadinanza, stop ad agosto: cercheranno un posto di lavoro in seicentomila

I beneficiari hanno sei mesi di tempo per trovare un'occupazione

Reddito di cittadinanza, tra sei mesi addio al sussidio: cercheranno un posto in seicentomila
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 8 Febbraio 2023, 22:59 - Ultimo aggiornamento: 9 Febbraio, 01:15

Il reddito di cittadinanza è agli sgoccioli: tra sei mesi in 600mila diranno addio al sussidio. Quella introdotta dal governo Meloni è una stretta a due velocità. La misura verrà sostituita da una nuova prestazione di sostegno a partire dall’anno prossimo, me le card degli occupabili, com’è noto, si disattiveranno già ad agosto. Ma c’è di più. 

LE REGOLE

Perderà il diritto al beneficio con ulteriore anticipo chi tra i percettori attivabili rifiuterà un’offerta di lavoro da qui all’estate.

Poi c’è il capitolo della formazione obbligatoria per i più giovani: la mancata frequenza dei corsi comporta la perdita dell’assegno, ma la stretta in questo caso deve ancora concretizzarsi. Servono tempi tecnici, fanno sapere dal ministero del Lavoro. Insomma, il sussidio dei Cinquestelle sfreccia spedito verso il capolinea e per il mercato del lavoro, che secondo numerosi osservatori è stato in parte tenuto prigioniero dall’aiuto, in quanto quest’ultimo avrebbe avuto un effetto disincentivante sulla ricerca di occupazione, potrebbe trattarsi di una svolta importante. 

Nel 2022 sono stati spesi per il sussidio quasi 8 miliardi di euro. Lo scorso anno, secondo i dati Inps, hanno avuto accesso per almeno una mensilità alla misura di contrasto alla povertà 1.685.161 famiglie, per un totale di 3.662.803 di persone coinvolte e un importo medio erogato pari a 551 euro.

 

ASTICELLA IN DISCESA

Il Sud e le isole hanno registrato il maggior numero di nuclei coinvolti (1.040.957, ovvero il 61% del totale di quelle con il sussidio). Nelle regioni del Nord l’asticella scende a 372.317 famiglie per 728.507 persone coinvolte, mentre nel Centro hanno percepito almeno una mensilità di sussidio 271.887 famiglie per 534.421 persone coinvolte. A dicembre, invece, la prestazione ha raggiunto quota 1.168.712 le famiglie (corrispondenti a 2.483.885 di persone in tutto). Si sono spesi nel mese 642,16 milioni di euro. Guardando ai dati Anpal aggiornati al 30 giugno del 2022, emerge che sono 919.916 i beneficiari del reddito di cittadinanza indirizzati ai servizi per il lavoro. Di questi, 173mila (18,8%) sono occupati, 660mila (il 71,8%) sono tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro e i restanti 86mila (9,4%) risultano esonerati, esclusi o rinviati ai servizi sociali. Dei 660mila beneficiari soggetti al patto per il lavoro (dunque non occupati, non esonerati e non rinviati ai servizi sociali) quasi i tre quarti, ossia il 72,8%, non ha avuto un contratto di lavoro subordinato o parasubordinato negli ultimi tre anni. Parliamo di 480mila persone circa. 

IL FUTURO

Infine, i percettori che risultavano presi in carico dai servizi per il lavoro erano al 30 giugno del 2022 circa 280mila, meno della metà di quelli tenuti a intraprendere questo percorso. Anche la mappa dei beneficiari occupati parla chiaro: osservandola si nota una maggiore incidenza nelle regioni centro settentrionali, con valori compresi tra il 27% e il 31%, a fronte del 18,6% delle regioni del sud e il 16,7% delle isole.  

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