Reddito di Cittadinanza, tutti i difetti: dallo squilibrio Nord-Sud, alle famiglie con figli. Ma una riforma è quasi impossibile

L'analisi annuale dell'Inps ha messo in evidenza i difetti del Reddito di Cittadinanza

Reddito di Cittadinanza, tutti i difetti: dallo squilibrio Nord-Sud, alle famiglie con figli. Ma una riforma è quasi impossibile
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Lunedì 30 Maggio 2022, 16:12 - Ultimo aggiornamento: 19:28

Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, ieri è tornato a chiedere una riforma del Reddito di Cittadinanza e ha sottolineato una delle incongruenze dell'attuale legge per cui sarà lo stesso governo a dover trovare lavoro ai cossiddetti Navigator, ovvero ai circa 3.000 assunti a tempo con l'obiettivo di trovare un lavoro a chi percepisce il Reddito.

Reddito di Cittadinanza, tutti i difetti della misura

Ma è davvero possibile riformare il Reddito di Cittadinanza? Certo a un anno dalle elezioni politiche l'impresa pare impossibile. Tuttavia la necessità di qualche aggiustamento di tiro emerge anche da chi è favorevole a questa misura. Poche settimane fa, ad esempio, l'analisi annuale compiuta dall'Inps ha messo in evidenza i seguenti difetti del Reddito di Cittadinanza (peraltro individuati anche da Caritas, Alleanza contro la povertà, Istat e apposita commissione ministeriale): lo squilibrio nella distribuzione territoriale (troppo al Sud e poco al Nord), la non completa corrispondenza tra poveri assoluti e beneficiari del sussidio, l’esclusione di troppi stranieri, la penalizzazione delle famiglie con figli e il labile legame con le politiche attive del lavoro.

Su quest’ultimo tema, lo stesso Inps ha fatto rilevare come «su 100 soggetti beneficiari del Rdc, quelli "teoricamente occupabili" sono poco meno di 60. Di questi: 15 non sono mai stati occupati, 25 lo sono stati in passato, e meno di 20 sono "pronti al lavoro"», con tassi di scolarizzazione che nel 70% dei casi non vanno oltre la terza media.

Inoltre, a proposito della distribuzione dei beneficiari per due terzi residenti al Sud e nelle Isole, ancora l’Inps sottolinea che «lo squilibrio è anche spiegato da indicatori di disagio economico locale (come l’alto tasso di disoccupazione, il basso livello di istruzione, la mancanza di servizi adeguati)». E che il Rdc «appare essere un sostegno non solo per i nuclei familiari, ma anche per alcuni precisi contesti locali con indicatori di disagio economico particolarmente accentuati». Insomma, un sostegno necessario per i poveri e perfino per alcuni territori altrimenti abbandonati a se stessi.

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