Reddito di cittadinanza, ecco come cambierà nel 2022: incentivi per tornare al lavoro e più controlli

Reddito di cittadinanza, ecco come cambierà nel 2022: incentivi per tornare al lavoro e più controlli
di Francesco Malfetano
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Mercoledì 20 Ottobre 2021, 09:50 - Ultimo aggiornamento: 22 Ottobre, 09:40

Niente taglio agli stanziamenti ma più controlli all'accesso e "correttivi" per i pagamenti. Dopo settimane di scontri, sembra finalmente essere stata trovata la prima intesa sul Reddito di cittadinanza. La misura bandiera del Movimento 5 Stelle sarà infatti riconfermata anche nel 2022, mantenendo grossomodo lo stesso impatto. 

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I FONDI
All'interno Dpb (Documento programmatico di bilancio) siglato ieri e inviato a Bruxelles, si è stabilito il rifinanziamento del Reddito, con un fondo aggiuntivo da circa 1 miliardo per il 2022
.

In totale, tra stanziamento già previsto a regime e nuovi fondi appunto, saranno a disposizione circa 8,8 miliardi di euro. Cioè esattamente la stessa cifra messa nel piatto quest'anno, quando però i fondi sono stati aumentati di volta in volta per far fronte alle nuove necessità innescate dalla pandemia. 


La misura però, come stabilito da un po' tutte le forze politiche (o quasi), sarà rivista. E, come gli altri nodi che ancora attanagliano la manovra 2022, lo sarà nel disegno di legge di Bilancio che verrà approvata solo tra qualche giorno, in ritardo sul termine del 20 ottobre. Anche perché c'è da attendere a relazione del Comitato per la valutazione del reddito istituito dal ministro del Lavoro Andrea Orlando e guidato da Chiara Saraceno, attesa entro l’inizio di novembre.

 

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LE MODIFICHE
Tuttavia alcune linee di indirizzo in grado di definire come cambierà a tutti gli effetti la misura sembrano essere praticamente già note. Con grande probabilità la revisione porterà ad un rafforzamento dei controlli preventivi e delle procedure per ottenerlo (cioè le pratiche che consentono di accedere al Reddito, in modo da evitare nuovi "furbetti") e soprattutto sarà studiato un nuovo meccanismo che incentivi a tornare sul mercato del lavoro. Un punto quest'ultimo che è stato a lungo oggetto del contendere tra le varie forze politiche e che porterà le novità più significative. Ad esempio potrebbe esserci il coinvolgimento di agenzie private, le cosiddette interinali, che a lungo andare potrebbero mandare in pensione i navigator. Ma sarà anche studiato un automatismo che nel caso di rifiuto di un'offerta di lavoro porterà alla decurtazione dell'assegno con un sistema paragonabile a quello della Naspi. Non solo - ma qui siamo nel campo delle ipotesi - con questa stessa finalità potrebbe anche essere definito lo spostamento verso il basso dell'asticella che stabilisce quali offerte siano da ritenersi “congrue” e vadano quindi conteggiate nelle tre dopo le quali scatta la decadenza (per la prima offerta oggi sono raggio di 100 km, impiego di almeno 3 mesi e salario superiore agli 858 euro). 


Oggetto di revisione saranno anche i parametri che assegnano il sussidio alle famiglie numerose. Sotto i riflettori in questo caso c'è la scala parametrale che stabilisce il valore del primo componente del nucleo, 0,4 ai maggiorenni e solo 0,2 ai minorenni. In questo modo infatti si generano situazioni paradossali in cui una madre single con tre figli piccoli ha "meno valore" di due adulti con un figlio maggiorenne. 
Ma le possibili modifiche allo studio sono tante. Sarà rivista la parte del Reddito legata al sostegno abitativo (in pratica di legare la parte della misura associata agli affitti al territorio in cui si vive), la possibilità di accesso da parte di cittadini stranieri residenti e anche l'eventuale eliminazione della sospensione dopo 18 mesi per chi ha figli piccoli a carico.

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