Reddito di cittadinanza 2023, cosa cambia? I vincoli, le offerte di lavoro e gli assegni: la novità

A partire dal prossimo anno sarà erogato al massimo per 7 mesi a tutte le persone considerate “occupabili”

Reddito di cittadinanza 2023, cosa cambia? I vincoli, le offerte di lavoro e gli assegni: la novità
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Venerdì 23 Dicembre 2022, 11:44 - Ultimo aggiornamento: 24 Dicembre, 01:20

Lavorare sull'occupabilità, favorendo la formazione e migliorando l'incrocio tra domanda e offerta. Parte da qui la fase due della riforma del reddito di cittadinanza, dopo la stretta al sussidio impressa dalla legge di bilancio. Un percorso che il governo metterà a punto in un decreto più complessivo sui temi del lavoro, atteso a gennaio. Che dovrebbe mettere anche ordine ai criteri per proporre il lavoro ai percettori del reddito dopo il pasticcio - secondo le accuse dell'opposizione - fatto in manovra sull'offerta congrua, per la quale è stato tolto l'aggettivo, ma non il riferimento normativo.

Ad essersi accorta dell'accaduto è la deputata del Pd-Idp Maria Cecilia Guerra. «L'emendamento Lupi ha cancellato la parola congrua in un posto dove era superfluo, ossia nel testo base della manovra», spiega.

Ma senza modificare «il resto della norma, che si rifà al decreto sul Reddito, in cui si definisce la congruità dell'offerta, con un rimando anche al Jobs Act». 

Reddito di cittadinanza, cosa cambia

Quindi di fatto l'emendamento non la cancella, sostiene. Il segretario di Noi Moderati però minimizza: «non c'è stato alcun problema tecnico», dice Lupi. E assicura: «c'è la volontà rapidissima del governo di intervenire a regolamentare come si modifica il reddito e la risposta sulle offerte di lavoro che ci sono». A fare chiarezza sarà un decreto atteso nella seconda metà di gennaio per avviare una riforma complessiva dai centri per l'impiego all'attuazione del Pnrr sul fronte dell'occupabilità. Sul reddito, in particolare, c'è da fare i conti col fatto che tra 7 mesi, alla fine di luglio, gli occupabili perderanno il sussidio.

Per questo i ragionamenti che si stanno avviando al ministero del lavoro ruotano intorno a quello che va fatto per inserire chi può lavorare. E per questo i pilastri su cui si punta sono formazione, maggior offerta e miglior incrocio tra domanda offerta sul territorio. E con questo obiettivo ripartiranno a breve anche gli incontri tra il ministero guidato da Marina Elvira Calderone e le Regioni, l'Anpal e le parti sociali. Formazione è la parola d'ordine su cui insiste anche la presidente del consiglio Giorgia Meloni, che punta a riformare tutta la materia del reddito. ​

«Abbiamo dato una copertura di 7 mesi per darci il tempo di trovare un'alternativa», ha spiegato nella sua prima intervista televisiva a Porta a Porta. I soldi ci sono: la nuova programmazione del Fondo sociale europeo stanzia 13 miliardi, cui si aggiungono le risorse del Pnrr, ha detto ancora la premier. Che ha tratteggiato il meccanismo che ha in testa: «In un'Italia in cui dei lavori si trovano e sono dignitosi, tu vai al Centro per l'impiego, che ti indica quali sono gli ambiti in cui richiedono lavoro e chi ti forma».

Uno degli strumenti cui si guarda è quello del Gol (Garanzia occupabilità dei lavoratori), il programma previsto dal Pnrr per riqualificare i servizi di politica attiva del lavoro: al 30 novembre sono 620mila i beneficiari del programma presi in carico dai Centri per l'impiego, spiegava a inizio dicembre l'Anpa, precisando che il 21,5% di chi è inserito nel programma è beneficiario del reddito di cittadinanza. Da gennaio partirà anche il tavolo per la riforma delle pensioni. Un dossier in cui resta aperto il capitolo Opzione donna. Per il quale dopo la scure della manovra si guarda con speranza al milleproroghe. La conversione del decreto in Parlamento potrebbe infatti essere l'occasione per provare a riallargare le maglie del beneficio.

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