Reddito di cittadinanza verso i 10 miliardi di spesa: oltre il limite di utilizzo previsto il taglio dell’importo

Reddito di cittadinanza verso i 10 miliardi di spesa: oltre il limite di utilizzo previsto il taglio dell’importo
di Francesco Bisozzi
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Martedì 3 Novembre 2020, 00:14 - Ultimo aggiornamento: 20:31

L’anno prossimo il reddito e la pensione di cittadinanza potrebbero arrivare a costare oltre dieci miliardi di euro, contro i sette di quest’anno. In caso di un nuovo lockdown totale la platea dei beneficiari raggiungerà quota 1,5 milioni di nuclei percettori a Natale, superando così la soglia di guardia oltre la quale la spesa per il sussidio è destinata ad andare fuori controllo. Al ministero dell’Economia stanno facendo i conti: già nelle settimane precedenti era stato acceso un faro sulle risorse impegnate mensilmente per il reddito di cittadinanza, in ascesa da mesi a un ritmo superiore del previsto per via dell’emergenza, ma ora che il virus rischia di bloccare nuovamente il Paese si teme un’ulteriore impennata dei costi.

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Proprio nei mesi in cui il governo dovrà erogare nuove risorse per il sostegno all’economia, viste il probabile quadro di ulteriori chiusure. Nella maggioranza cresce il pressing per un nuovo scostamento di bilancio, altro deficit che il Parlamento dovrebbe autorizzare. Intanto sarà allargato, in base al Dpcm in arrico l’elenco delle categorie beneficiarie di sostegni.
Per garantire il prossimo anno il reddito di cittadinanza a tutti gli aventi diritto vanno reperiti tre miliardi di euro aggiuntivi.

Al momento percepiscono il beneficio 1,3 milioni di famiglie: a gennaio gli intestatari delle card erano circa un milione. Ma in caso di serrata, stimano i tecnici del Tesoro, la platea dei beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza tornerà a crescere ai ritmi di aprile, maggio, giugno e luglio, complici le pesanti ricadute sull’economia di un altro lockdown, gli ingressi di nuovi percettori e i mancati inserimenti nel mondo del lavoro dei sussidiati considerati attivabili. Così si arriverebbe a quota un milione e mezzo di nuclei assistiti nel giro di poche settimane, ossia già a gennaio. Sarebbe a dire duecentomila famiglie in più rispetto a quelle che aveva stimato per esempio l’Ufficio parlamentare di bilancio prima del Covid-19. E la spesa sfiorerà la soglia degli 800 milioni di euro mensili (oggi se ne spendono meno di 700). 

Il sussidio in questo modo è destinato a erodere circa 5 miliardi nel primo semestre del 2021 e altri 5,5 miliardi nel secondo semestre, quando la platea dei beneficiari si sarà attestata tra 1,7 e 1,8 milioni di nuclei percettori, sempre se il virus sarà stato sconfitto e non saranno intervenute ulteriori restrizioni. Ma per il cavallo di battaglia dei Cinquestelle sono stati autorizzati limiti di spesa di 5,9 miliardi nel 2019, 7,1 miliardi nel 2020 (basteranno appena) e 7,3 miliardi nel 2021. Dunque o spunteranno nuove risorse per alimentare il sussidio o a partire da agosto si renderanno necessari i primi tagli alle ricariche, come previsto dalla legge che ha introdotto la misura. Oggi i percettori del reddito e della pensione di cittadinanza incassano in media 540 euro al mese contro i 470 euro di un anno fa: la spesa, spiegano gli esperti, è aumentata per effetto dell’ingresso nella platea dei grandi nuclei familiari. Oltre 150 mila famiglie composte da 4 o più membri prendono oggi dagli 800 ai 1200 euro al mese. Altri 260 mila nuclei ricevono tra i 600 e gli 800 euro al mese, mentre la stragrande maggioranza dei titolari del sussidio (più di 800 mila famiglie) deve accontentarsi di una cifra inferiore. All’Inps sono in attesa di capire come deciderà di muoversi il governo, ma ammettono che se le risorse finiranno prima del tempo sarà necessario rimodulare gli importi erogati. L’Upb di Giuseppe Pisauro monitora la situazione e solleverà la questione nelle prossime audizioni. Il futuro dell’aiuto, spiegano poi fonti interne alla maggioranza, è legato in questo momento alla curva dei contagi: «Se la situazione non dovesse migliorare allora saremo costretti ad aumentare lo stanziamento previsto per evitare tagli alle ricariche, altrimenti lo strumento subirà delle modifiche perché è chiaro che il reddito di cittadinanza non sta funzionando come avrebbe dovuto».

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