Alla fine dunque i cittadini italiani o stranieri coinvolti nell'operazione risulteranno un po' meno numerosi rispetto a quanto annunciato in precedenza e confermato anche nelle comunicazioni seguite al Consiglio dei ministri della scorsa settimana. Il totale dei beneficiari veniva fatto coincidere con i circa 5 milioni di persone, (corrispondenti a quasi 1,8 milioni di famiglie) che secondo l'Istat si trovavano nel 2017 in situazione di povertà assoluta; cioè non erano in grado di sostenere la spesa di un paniere di beni ritenuti indispensabili. Già nelle fasi preparatorie il numero di famiglie era stato ridotto a poco più di 1,3 milioni e ora si assesta appunto a quota 1.248.000. Il numero di singoli individui coinvolti non è indicato direttamente nella relazione ma applicando la stessa numerosità implicita nelle bozze precedenti (3,17 persone per nucleo familiare) si arriva intorno a 3.950.000, dunque appena al di sotto di quota quattro milioni.
IL PERMESSO
All'interno della platea potenziale, che comprende pure gli anziani destinatari della pensione di cittadinanza, i nuclei composti da soli stranieri sono 241 mila ovvero circa il 20%. Da questo numero vanno però sottratti gli 87 mila stimati non in possesso del permesso di lungo soggiorno o del requisito di residenza nel nostro Paese da almeno 10 anni: si arriva così a 154 mila. Il peso della componente proveniente dall'estero non è sorprendente; proprio dall'analisi fatta dall'Istat risulta che l'incidenza di povertà assoluta in questo tipo di nuclei è pari al 29,2 per cento, contro il 5,1 delle famiglie composte da soli italiani. Per quelle miste, in cui c'è almeno un componente italiano, il problema dell'ammissione al beneficio non si pone visto che il reddito di cittadinanza viene chiesto da un singolo componente per tutta la famiglia ed i requisiti di cittadinanza, residenza e soggiorno vengono valutati solo in relazione al richiedente. Questo vuol dire che gli stranieri coinvolti nel reddito sono in realtà di più.
ESONERO CONTRIBUTIVO
Il documento tecnico allegato al decreto specifica anche i dettagli dell'erogazione della somma (corrispondente al reddito di cittadinanza) alle imprese che assumono la persona inclusa nel percorso di avviamento al lavoro. Viene precisato che il beneficio, sotto forma di esonero contributivo, sarà riconosciuto per la differenza tra 18 mesi e il periodo in cui è stato percepito dall'interessato, con un minimo di 5 mesi, nei limiti della contribuzione Inps riferita al lavoratore assunto per le mensilità incentivate.
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