Reddito di cittadinanza, l’assegno supera la soglia dei 580 euro dai 530 dell’avvio nel 2019: ora costa 10 miliardi

Lo scorso luglio i nuclei familiari beneficiari dell’aiuto avevano superato quota 1,17 milioni

Reddito di cittadinanza, l assegno supera la soglia dei 580 euro dai 530 dell avvio nel 2019: ora costa 10 miliardi
di Francesco Bisozzi
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 00:20 - Ultimo aggiornamento: 08:41

Reddito di cittadinanza mai così caro. Questa estate l’importo medio erogato ai nuclei percettori, complice il peggioramento delle condizioni economiche delle famiglie, ha superato la soglia dei 582 euro. A dicembre l’asticella si fermava a 576 euro, nel 2020 a 563 euro e nell’aprile del 2019, quando la misura ha preso il largo, a 530 euro. Per le casse dello Stato il conto ora è di circa 10 miliardi, un vero record.

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IL DETTAGLIO
Al lordo della pensione di cittadinanza, l’importo medio mensile erogato è cresciuto nel tempo di oltre il 10%, passando dai 498 euro del 2019 ai 551 euro del 2022. Ogni anno lo Stato spende tra gli 8 e i 9 miliardi per alimentare lo strumento di sostegno, in pratica un terzo delle risorse che solitamente vengono impegnate per una legge di Bilancio. Insomma, rispetto al primo anno della pandemia, il reddito e la pensione di cittadinanza costano oggi circa 1 miliardo in più all’anno. Il numero dei nuclei beneficiari negli ultimi tre anni è oscillato tra 1 e 1,4 milioni circa. E così, adesso che manca meno di un mese al voto, il reddito di cittadinanza si conferma uno dei temi protagonisti della campagna elettorale in corso. Per le liste di centrodestra è prioritario ridurre la spesa per il sussidio, vicina ormai ai dieci miliardi di euro l’anno. Anche Renzi e Calenda premono per ridimensionare la prestazione e pure i dem sono favorevoli a un’opera di restringimento della platea dei beneficiari. Dunque, a tre anni dal varo della misura anti-povertà (ma non pro-lavoro a giudicare dai fatti), gli unici rimasti a difendere il sussidio sono i Cinquestelle, che hanno fatto del reddito di cittadinanza una bandiera. 

I CORRETTIVI
Il governo uscente ha introdotto una serie di correttivi: ha aumentato i controlli anti-furbetti, abbassato a due le proposte di impiego che possono essere rifiutate senza perdere il diritto al beneficio e messo in campo un sistema noto come decalage che prevede una decurtazione di 5 euro dell’importo per chi dice no al lavoro. La misura dei grillini presenta tuttavia ancora molti punti deboli di cui si dovrà occupare il prossimo esecutivo. Molto dipenderà dal potenziamento dei centri per l’impiego, un target del Pnrr. I centri per l’impiego sono infatti uno dei motori del programma di garanzia di occupabilità dei lavoratori con cui si punta a riqualificare non solo i percettori del reddito di cittadinanza, ma anche chi prende la Naspi o è in cassa integrazione. 
Alla fine dello scorso anno i beneficiari del reddito di cittadinanza tenuti alla sottoscrizione del patto per il lavoro che ancora risultavano non occupati erano l’80% del totale degli attivabili: parliamo di 843mila persone. A luglio i nuclei familiari beneficiari del reddito e della pensione di cittadinanza sono stati in tutto 1,17 milioni, con 2,49 milioni di persone coinvolte e un importo medio erogato a livello nazionale di 551 euro (582 euro per il reddito e 272 euro per la pensione). La platea dei percettori è composta da 2,17 milioni di cittadini italiani, 226mila cittadini extracomunitari con permesso di soggiorno Ue, 88mila cittadini europei, 5mila familiari delle precedenti categorie o titolari di protezione internazionale. 


 

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