Reddito di cittadinanza, cosa cambia: stop dopo due rifiuti, controlli prima dell’assegno

Dopo sei mesi senza impiego scatterà la decurtazione di 5 euro ogni 30 giorni. I beneficiari del sussidio dovranno accettare le offerte su tutto il territorio

Reddito di cittadinanza, come cambia: stop dopo due rifiuti, controlli prima dell’assegno
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 28 Ottobre 2021, 22:00 - Ultimo aggiornamento: 30 Ottobre, 10:30

Meno soldi per i beneficiari del reddito di cittadinanza che non lavorano. Nella nuova legge di bilancio trovano spazio i mini-tagli agli assegni, ma non solo. La stretta riguarda anche il numero delle offerte di impiego che possono essere rifiutate senza rischiare sanzioni: dal prossimo anno, al secondo no, la card del reddito di cittadinanza verrà disattivata. Oggi, al contrario, i percettori del sussidio possono rigettare fino a tre offerte ritenute congrue senza subire contraccolpi. Infine verranno inaspriti i controlli alla fonte, sarebbe a dire a prestazione ancora da erogare, per mettere un punto al fenomeno dei furbetti del reddito di cittadinanza con la supercar nel garage e la villa al mare. Stretta anche utilizzando meglio le banche dati disponibili: quelle che contengono i dati sul reddito, il possesso di auto, case e carichi penali. Ma quanto risparmierà lo Stato grazie ai ritocchi al reddito di cittadinanza? Quest’anno la misura dei grillini costerà 9 miliardi di euro, per effetto anche della pandemia che ha gonfiato la platea dei beneficiari e rallentato gli inserimenti lavorativi degli occupabili. L’obiettivo del governo è di riportare il prima possibile la spesa per il reddito di cittadinanza ai livelli del 2020, quando aveva sforato di poco i sette miliardi di euro.

Reddito di cittadinanza, i dettagli

Più nel dettaglio, la somma versata alle famiglie con al loro interno elementi considerati attivabili decrescerà con il passare del tempo: dopo sei mesi verrà ridotta di 5 euro ogni mese, finché almeno uno dei componenti del nucleo familiare interessato dalla decurtazione non sottoscriverà un contratto di lavoro. In un anno, dunque, le famiglie con occupabili rischiano di perdere 60 euro di beneficio, ossia di subire un taglio della prestazione superiore in media al 10 per cento. Oggi, su oltre tre milioni di persone raggiunte dal reddito di cittadinanza, circa un terzo è considerato occupabile, ma quest’estate in meno di 400 mila risultavano presi in carico dai centri per l’impiego. L’altra grande novità riguarda, come detto, il numero delle proposte di lavoro a cui si potrà dire di no senza perdere il diritto all’aiuto (si passa da tre a due) e i requisiti che dovranno presentare per essere definite congrue.

La prima proposta dovrà essere riferita a un lavoro lontano non più di 80 chilometri (anziché 100 come oggi) dal luogo di residenza del percettore, mentre la seconda potrà essere collocata ovunque in Italia (e non più entro una distanza di 250 chilometri come stabilito in origine). Novità pure per i cosiddetti Puc, ovvero i progetti utili alla collettività, tramite cui i sindaci possono impiegare a titolo gratuito i beneficiari del sussidio ritenuti occupabili in attività varie, per esempio legate alla cura del verde pubblico. Finora i percettori del sussidio che hanno partecipato ai Puc sono stati una minoranza, poche migliaia su oltre un milione di attivabili tenuti ad aderire ai progetti. Il problema è che i Comuni, soprattutto quelli meno strutturati, faticano a mettere in pista un numero sufficiente di progetti utili alla collettività e così il governo, per venire loro incontro, ha deciso di abbassare la soglia delle persone da occupare tramite i Puc. I sindaci da ora in poi saranno tenuti a impiegare un terzo dei percettori residenti. 

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Tornando ai controlli: saranno potenziate le verifiche da parte dell’Inps dei requisiti patrimoniali indicati nella dichiarazione sostitutiva unica da chi richiede la prestazione, con particolare attenzione ai beni detenuti all’estero. Ai Comuni poi il compito di effettuare controlli anagrafici tempestivi sulla composizione del nucleo familiare dichiarato nella domanda per l’accesso all’aiuto. Si allarga poi l’elenco dei reati incompatibili con l’erogazione del reddito di cittadinanza: tra le new entry la ricettazione e l’induzione alla prostituzione minorile. Oggi la platea dei percettori del reddito di cittadinanza e della pensione di cittadinanza arriva a 1,68 milioni di famiglie, corrispondenti a circa 3,5 milioni di persone coinvolte. A settembre l’importo medio versato ai beneficiari del reddito di cittadinanza è stato pari a 578 euro, mentre ai percettori della pensione di cittadinanza sono andati in media 271 euro. Nel complesso la misura calata a terra dai Cinquestelle nel 2019 è costata fin qui quasi 18 miliardi di euro, di cui 730 milioni solo il mese scorso. E proprio il leader del Movimento Giuseppe Conte è andato in pressing su Draghi per evitare guai peggiori, tant’è che si sussurra di una telefonata durante o prima il Cdm. Soddisfazione invece del centro destra. Lega, Fratelli d’Italia e Fi parlano della fine di una misura assistenzialista. 

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