Reddito di cittadinanza: più controlli sui furbetti e limiti all'uso dei contanti

Nuova stretta sul Reddito: più controlli sui furbetti e limiti all'uso dei contanti
di Francesco Bisozzi
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Sabato 14 Settembre 2019, 08:01 - Ultimo aggiornamento: 28 Febbraio, 16:10

Il reddito di cittadinanza verrà confermato, ma il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri afferma che può essere migliorato. Sono diverse le storture che pure i Cinquestelle vorrebbero raddrizzare. Lo spazio di manovra a disposizione per cambiare il sussidio dei grillini però è davvero poco. Tra le soluzioni prese in considerazione finora da M5S e Partito democratico allo scopo di correggere il reddito di cittadinanza, frutto di un brainstorming ancora in corso, c'è l'ipotesi di rivedere i criteri in base a cui si stabilisce la somma a cui un beneficiario ha diritto e dunque di ritoccare le scale di equivalenza. Perché con il meccanismo attuale le famiglie numerose risultano penalizzate rispetto ai single. Saranno inasprite le sanzioni anti-furbetti.

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VERIFICHE
E sempre a proposito di furbetti, è al vaglio anche un altro correttivo, più scenografico, che consisterebbe nel ridurre la soglia per i prelievi in contante così da contrastare gli acquisti illeciti. Stando a quanto emerso dai controlli condotti dalle Fiamme Gialle, un'ampia schiera di percettori del sussidio non rinuncia a giocare somme importanti di cui non è nota la fonte di provenienza. Non è escluso che la somma che è possibile prelevare con le card venga ridotta, da 100 a 50 euro per i beneficiari single per esempio, per far sì che il reddito di cittadinanza non venga disperso. Difficilmente invece il nuovo governo metterà mano ai requisiti di cui è necessario essere in possesso per accedere al sussidio al fine di allargare la platea dei beneficiari.

Un'operazione simile non è a costo zero e i numeri della legge di Bilancio, tra sterilizzazione delle clausole Iva e taglio del cuneo fiscale, sono già sufficientemente proibitivi. Inoltre si ragiona su come implementare le politiche attive per il lavoro perché una delle avarie più evidenti del reddito di cittadinanza riguarda proprio l'inserimento o il reinserimento nel mercato del lavoro dei beneficiari considerati attivabili: centinaia di migliaia di percettori del bonus ricevono da mesi il sussidio senza muovere un dito. Nessuno dei possibili ritocchi di cui si è discusso in queste settimane comporterà maggiori oneri per la finanza pubblica. L'obbiettivo, al contrario, è di ampliare semmai i risparmi legati alle minori spese finali per il reddito di cittadinanza, così da racimolare risorse utili da reinvestire nella finanziaria. Tolti i circa 12 miliardi di flessibilità che Bruxelles pare disposta a concedere al nuovo governo, restano da reperire altri 23 miliardi per sminare l'aumento dell'Iva e realizzare il taglio del cuneo fiscale promesso dai giallorossi. M5S e Pd sanno che la minor spesa per interessi dovuta al calo dello spread da sola non può bastare, visto che nella migliore delle ipotesi frutterà sei miliardi di euro nel 2020. Fari puntati dunque sul welfare e in particolare sul tesoretto che deriverà dal reddito di cittadinanza e da quota 100. L'Ufficio parlamentare di bilancio stima che il sussidio quest'anno costerà 1,2 miliardi di euro in meno del previsto, mentre per quanto riguarda la misura della Lega sono attesi risparmi per un miliardo di euro nel 2019 e 2,4 miliardi di euro nel 2020. Ulteriori risparmi potrebbero arrivare dalla nuova stretta anti-furbetti di cui stanno discutendo democrat e ciqnuestelle.

GIRO DI VITE
L'intensificazione dei controlli permetterebbe innanzitutto di eliminare dalla platea dei beneficiari del reddito di cittadinanza coloro che oggi sono in possesso della card pur non avendone diritto. Inoltre le sanzioni nei confronti di chi lavora in nero (reclusione da due a sei anni) e di chi non partecipa alle iniziative promosse dai centri per l'impiego nell'ambito dei percorsi di reinserimento lavorativo (sospensione del bonus) potrebbero essere inasprite. Per quanto riguarda questi ultimi, non è escluso che venga anticipata la revoca del beneficio. Oggi a chi diserta senza giustificato motivo le iniziative per l'inserimento lavorativo viene sospesa l'erogazione del bonus, ma è solo al terzo no-show che la card viene definitivamente disattivata.

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