Reddito di cittadinanza, a febbraio crollo del numero di famiglie con il sussidio: ora sono un milione

Sono diminuiti soprattutto i nuclei composti da una sola persona, quelli per i quali il Governo sta studiando la stretta a meno che non siano di disabili o anziani

Reddito di cittadinanza, a febbraio crollo del numero di famiglie con il sussidio: ora sono un milione
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Martedì 28 Marzo 2023, 10:50 - Ultimo aggiornamento: 13:42

La stretta al Reddito di cittadinanza dà i primi risultati. A febbraio sono diminuite le famiglie con il Reddito e la pensione di cittadinanza: nel mese - secondo le tabelle dell'Osservatorio Rdc-Pdc pubblicate dall'Inps - i nuclei con il sussidio sono 1.001.743 per 2.135.395 persone coinvolte. L'assegno medio è di 575,31 euro. A gennaio la misura contro la povertà era stata erogata a 1,16 milioni di persone per 2,47 milioni di persone coinvolte. Sono diminuiti soprattutto i nuclei composti da una sola persona, quelli per i quali il Governo sta studiando la stretta a meno che non siano di disabili o anziani, passati dai 537.238 di gennaio ai 460.775 di febbraio.

Reddito di cittadinanza, solo l'8% lavora o fa formazione

Il mercato del lavoro è vivace con una crescita sostenuta nel 2022 sia degli occupati stabili che delle dimissioni. Mentre l'aumento dei licenziamenti è legato al confronto con un anno nel quale vigeva ancora il blocco deciso per fronteggiare le conseguenze economiche della pandemia. Ma se i dati Inps sul 2022 fotografano un mercato del lavoro dinamico, questo andamento non si riflette nel miglioramento delle condizioni per i percettori del reddito di cittadinanza che continuano a restare nella grande maggioranza lontani dall'occupazione. Secondo una ricerca dell'Inapp i destinatari dei sostegni di contrasto alla povertà, il Reddito di inclusione e poi il Reddito di cittadinanza, hanno avuto solo in minima parte, tra il 3% e l'8% a seconda della tipologia di servizio, accesso a un servizio di attivazione verso l'occupazione o la formazione.

Il governo lavora alla modifica del Reddito, e nelle prossime settimane il testo che dovrebbe dare una stretta soprattutto al sussidio per i single andrà in Consiglio dei ministri. Si lavora a un sistema che mantenga l'assegno per le famiglie nelle quali ci sono disabili, minori e anziani, ma lo riduca per poi toglierlo a quelle dove non ci sono queste categorie meritevoli di tutela. Ma al momento il percorso verso l'occupazione dei beneficiari dell'assegno contro la povertà resta accidentato, con una media di quattro mesi e mezzo per la presa in carico dal momento in cui viene accettata dall'Inps la domanda del sussidio. Media che scende a tre mesi e mezzo al Nord e sale a cinque mesi e mezzo al Sud a causa dell'utenza più elevata. Intanto nel 2022 l'occupazione ha recuperato i volumi del 2019 con un aumento sostenuto per i contratti a tempo indeterminato.

Nell'anno sono stati attivati 8.058.560 contratti di lavoro mentre ne sono cessati 7.617.318, con un saldo positivo di 441.242 unità. Per i contratti stabili si registrata una variazione netta positiva di 336.455 unità sul 2021 e di oltre 705.000 rispetto al 2019. Il dato è stato trainato dalle costruzioni che hanno registrato 71.691 contratti stabili in più sul 2021 e 192.320 in più sul 2019. Nell'anno si registra poi un boom dei licenziamenti economici (+41%) con oltre 377.000 uscite decise dal datore di lavoro. Ma il confronto è con un anno nel quale vigeva fino al 30 giugno il blocco dei licenziamenti a causa dell'emergenza economica legata alla pandemia.

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Rispetto al 2019, quando i licenziamenti furono 504.264, si registra invece un calo del 25% che dimostra come il mercato sia comunque vivace. I licenziamenti disciplinari (esclusi dal blocco nel 2022) sono stati 116.569, in aumento del 9,2% sul 2021. Si registra invece un incremento significativo sui 85.037 licenziamenti disciplinari del 2020 e gli 80.876 del 2019. Resta consistente il fenomeno delle dimissioni legato in parte a scelte personali seguite alla pandemia, ma anche alla crescita dei passaggi da un lavoro all'altro in un momento di fermento economico. Nel 2022 si sono registrate 1.255.706 dimissioni, con un aumento del 9,74% sul 2021 e un incremento del 24% rispetto al 2019, prima che scoppiasse l'emergenza Covid. La Uil con la segretaria confederale Ivana Veronese segnala le criticità del mercato a partire dalla presenza consistente di part time nei contratti a tempo determinato e sottolinea che l'aumento delle dimissioni è legato alla mobilità nel mercato del lavoro alla ricerca di occupazioni con retribuzioni migliori.

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