PARIGI Ogni giorno arrivano notizie di nuovi “lauréats de France Relance”. Il restauro di una chiesa, l’isolamento termico di un palazzo, lo sviluppo di una azienda green: sono tutti progetti che hanno avuto accesso ai finanziamenti previsti dal piano di rilancio francese. Senza aspettare lo sblocco dei 40 miliardi che Next Generation Eu prevede per Parigi, la Francia ha approvato già a settembre il piano che dovrebbe traghettarla fuori dalla crisi: si chiama France Relance, pesa cento miliardi di euro (40 europei, 60 pubblici, tra bilancio dello Stato, della Protezione sociale e Cassa Depositi e Prestiti). In cinque mesi, nove miliardi sono stati già spesi.
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Il governo ha creato un sito in cui un “giornale di bordo” visualizza on line la quantità di progetti approvati nei diversi dipartimenti e lo stato di avanzamento lavori.
Il piano sarebbe dovuto partire quest’anno, con i 40 miliardi europei e il resto da spendere nel 2022. Emmanuel Macron ha però voluto accelerare: l’obiettivo è far ripartire economia e fiducia in un paese stremato dalla pandemia, ma anche vedere gli effetti dell’azione del governo prima delle presidenziali del maggio ‘22. «Gli effetti si cominciano a sentire – ha assicurato pochi giorni fa Macron – Il piano deve agire presto e in modo concreto». I soldi non sono ovviamente elargiti al primo richiedente. Uno dei motivi più gettonati per l’accesso al fondo sono i lavori per l’isolamento termico degli edifici pubblici: decine di migliaia di richieste sono arrivate, 4mila i progetti approvati per ora. I soldi arrivano quando i lavori cominciano.