"La Commissione valuterà i piani di riforma dei Governi nazionali per allocare i fondi esaminando se sono in linea con le sfide individuate nel semestre europeo, se contribuiscono a rafforzare crescita, resilienza e coesione e se vanno nella direzione della transizione verde e digitale", ha chiarito Gentiloni sottolineando la necessità che le risorse siano disponibili il prima possibile. "La nostra proposta è che almeno il 60% della sovvenzioni siano impegnate legalmente entro la fine del 2022, con un promemoria entro la fine del 2024".
Non si viaggia, dunque, sul "binario" della condizionalità ma su quello del raggiungimento degli obiettivi di riforma. Come ha spiegato anche Dombrovskis. I fondi del Recovery plan "arriveranno agli Stati membri in tranche legate agli obiettivi di riforma", che gli stessi Stati indicheranno nel loro piano e che dovranno di volta in volta centrare. Se gli Stati membri non rispettano "le priorità stabilite dall'UE" e "non implementano gli obiettivi, perdono i soldi di una rata", precisando che "la nostra intenzione non è di farne un esercizio burocratico pesante".
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