Svolta Ue, il piano per l’Italia. Recovery Fund: 750 miliardi di aiuti, per il nostro Paese 173, di cui 82 a fondo perduto

Svolta Ue, il piano per l Italia. Recovery Fund: 750 miliardi di aiuti, per il nostro Paese 173, di cui 82 a fondo perduto
di Antonio Pollio Salimbeni
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Giovedì 28 Maggio 2020, 00:38 - Ultimo aggiornamento: 14:32

Nè 500 nè mille miliardi. Giusto a metà strada. La scelta è salomonica, potenzialmente in grado di facilitare un accordo tra i governi. Scelta senza precedenti, un’azione finanziaria di tutto rispetto: la Commissione europea emetterà obbligazioni sul mercato fino a 750 miliardi con la garanzia del bilancio Ue e degli Stati. In una scala mai sperimentata finora. Così come non è mai stato sperimentato un sistema che si basa in gran parte su sussidi diretti agli stati più colpiti dalla crisi: complessivamente, attraverso vari canali, se ne prevedono per 500 miliardi (quanto proposto da Macron e Merkel), il resto prestiti agevolati. L’Italia è il paese che ne beneficerà di più, quasi 173 miliardi: 90,9 miliardi di prestiti a tasso quasi zero 81,8 in sovvenzioni. Seguono Spagna con 140 miliardi (77,3 in sovvenzioni, 63,1 in prestiti), Polonia con 63,8 (37,6 in sovvenzioni, 26,1 in prestiti); Francia con 38,7 miliardi di sole sovvenzioni; Grecia con 31,9 (22,5 miliardi in sovvenzioni e 9,4 in prestiti). Romania con 31,2 miliardi (19,6 in sovvenzioni e 11,5 in prestiti). La Germania avrebbe 28,6 miliardi di sole sovvenzioni.
Oltre alla Germania non è previsto che ricorrano a prestiti Francia, Belgio, Danimarca, Irlanda, Lussemburgo, Olanda, Austria, Finlandia, Svezia.

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Che questo impianto basti a convincere i quattro «frugali», o «avari» che dir si voglia, è tutto da vedere, tuttavia non sembrano esserci poi molti margini per Olanda, Austria, Danimarca e Svezia con la Germania schierata dall’altra parte. «Sarà una discussione non facile», indica alzando il sopracciglio il commissario Paolo Gentiloni, che però si dice ottimista perché la crisi ha cambiato percezioni, valutazioni e convinzioni rispetto solo a qualche settimana fa.

I NODI DA SCIOGLIERE
Merkel parla di «negoziato difficile, non basterà il Consiglio di giugno». Per l’Eliseo la proposta von der Leyen è «coraggiosa, audace». Il premier Conte ritiene che 500 miliardi a fondo perduto e 250 prestiti sono una cifra adeguata» (ne riteneva necessari mille). Il cancelliere austriaco Kurz abbozza : «È base del negoziato, discuteremo le cifre e la parte sussidi e prestiti, dovranno beneficiarne i paesi dell’Est» non solo quelli del Sud. Se si mette insieme tutto l’armamentario finanziario messo in piedi dalla Ue, la potenza di «fuoco» complessiva del bilancio arriva a 1850 miliardi: il nuovo fondo per la ripresa, infatti, sarà inquadrato nel bilancio, quindi 750 miliardi da aggiungere a 1100 (questa la nuova proposta della Commissione). Se si sommano 750 miliardi ai 540 in prestiti del Mes agli stati, della Ue per le casse integrazioni nazionali, della Bei per le imprese, si arriva a 1290. L’effetto di leva finanziaria (capacità di attrarre altri capitali per ogni euro Ue impiegato) del bilancio europeo e del pacchetto-ripresa, potrebbero essere generati investimenti per 3100 miliardi.

L’operazione si chiama: Next Generation Eu. Richiederà l’aumento temporaneo del massimale delle risorse proprie della Ue al 2% del reddito nazionale lordo dei ventisette (attualmente all’1,20%) per consentire alla Commissione di indebitarsi sul mercato con tripla A. I capitali saranno convogliati verso i programmi Ue, rimborso spalmato sui futuri bilanci Ue con inizio non prima del 2028 e fine non oltre il 2058. I fondi arriveranno o da nuove risorse (imposte su rifiuti in plastica non riciclata, tassa carbonio alle frontiere, tassa sui gruppi digitali, entrate dal sistema di scambio delle emissioni Co2) o da contributi nazionali o da tagli di spesa. Per agire già nel 2020 va corretto il bilancio 2020 per disporre di 11,5 miliardi. Tutte operazioni che richiedono il voto all’unanimità, il via libera del parlamento Ue e l’approvazione in diversi Stati.

Tre i pilastri. Il primo è il meccanismo per la ripresa e la capacità di fronteggiare gli shock. È il Recovery Fund: 560 miliardi per investimenti e riforme nel quadro della transizione verde e digitale di cui 310 miliardi in sussidi a fondo perduto, 250 miliardi in prestiti agevolati. I programmi rientreranno nel semestre Ue di «governance» delle politiche economiche e di bilancio. Le risorse saranno canalizzate su coesione, transizione equa all’economia verde, sviluppo rurale. Secondo pilastro il sostegno alla solvibilità delle imprese sane già da quest’anno: 31 miliardi forniranno garanzie alla Bei per attrarre investimenti privati per 300 miliardi. Poi 15,3 miliardi in più per progetti di rilievo europeo e un nuovo dispositivo per gli investimenti strategici nella transizioni verde e digital. Terzo pilastro, sicurezza sanitaria, protezione civile, ricerca (oltre 94 miliardi).

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