In una intervista rilasciata al Corriere della Sera, Bonomi individua quello che manca nel piano del Recovery, illustrato ieri dal Premier Draghi alla Camera, ossia "la partnership pubblico-privato. Credo sia nell'interesse del presidente Draghi aprire su questo un'interlocuzione con il settore privato: lo svincola da chi vuole solo lo status quo".
Bisogna poi chiarire come saranno fatte le riforme. Con i fondi del Recovery Fund, "la sfida è trasformare l'Italia in un Paese moderno, efficiente, aperto, inclusivo. Quindi la mia domanda è: quali riforme faremo per scaricare a terra quei duecento miliardi?", si domanda il numero uno di Viale dell'Astronomia per il quale centrale è capire "come verranno coinvolti i privati nella realizzazione per esempio del cloud o della transizione energetica; e come si scriveranno i bandi per le imprese.
"Il punto del piano - dice il Presidente di Confindustria - è mettere risorse pubbliche, perchè facciano da leva a investimenti privati. Dunque dobbiamo capire come il governo intende eseguire le riforme". "Perchè se poi le imprese non capiscono e non condividono, gli investimenti privati non arrivano" aggiunge. "L'Italia non diventa attrattiva. Il PIL cresce meno, meno occupati e quindi il debito è meno sostenibile".
Lavoro capitolo a parte: "Si cerca di difendere il lavoro dov'era e com'era, ma non è più. Vere politiche attive del lavoro questo Paese non ne ha mai fatte, salvo quelle legate al reddito di cittadinanza che non hanno funzionato. E come si pensa di risolvere? Assumendo nella pubblica amministrazione". "Se l'obiettivo è aiutare cittadini e imprese di fronte alla burocrazia, siamo fuori strada. Possiamo mettere i miliardi che vogliamo in quest'area del Recovery, ma il mondo del lavoro resta ingessato".
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