Nel suo rapporto annuale Asvis sottolinea come il mondo non si trovi ancora su una strada di sviluppo sostenibile a quattro anni dall'adozione dell'Agenda 2030, nonostante i progressi compiuti.
L'Unione europea, tuttavia, è l'area del mondo più avanzata rispetto agli Obiettivi di sviluppo sostenibile e mostra segni di miglioramento tra il 2016 e il 2017 nei due terzi dei casi, cioè per gli Obiettivi 1, 2, 3, 4, 5, 8, 10, 11, 14 e 16. Una sostanziale stabilità si rileva per gli Obiettivi 7, 9, 12, 13 e 17, mentre nel caso dell'Obiettivo 15 (la condizione dei mari e degli ecosistemi) si manifesta un peggioramento. Tali risultati aggregati nascondono situazioni molto differenziate tra gli Stati del Vecchio Continente.
Tra i diversi paesi europei l'Italia occupa una buona posizione per quanto riguarda la salute e il benessere, la produzione e il consumo responsabile, mentre si trova in penultima posizione per quanto riguarda la conquista di un lavoro dignitoso e la crescita dell'economia. Su questi due punti è il fanalino di coda dell'Europa insieme alla Grecia. Male anche sul fronte dell'istruzione di qualità. L'Italia si trova al di sotto della media europea anche per i dati riguardanti la pace, la giustizia, la solidità delle istituzioni e la riduzione delle diseguaglianze.
«È urgente l'impegno di Stati, imprese e società civile nello spingere con determinazione verso lo sviluppo sostenibile e compiere scelte credibili e praticabili per realizzare gli obiettivi dell'Agenda 2030. Non dobbiamo farci sopraffare da difficoltà o impaurire da sfide, ma alimentare la speranza e costruire passo dopo passo un percorso in questo senso», ha commentato il presidente Asvis Pierluigi Stefanini.
© RIPRODUZIONE RISERVATA