Quota 103 con 41 anni di contributi: così le pensioni nel 2023. Si restringe la platea per Opzione donna

Cambiano le deroghe ai canali classici di pensionamento in attesa della riforma per superare la legge Fornero

Quota 103 con 41 anni di contributi: così le pensioni nel 2023. Si restringe la platea per Opzione donna
di Giusy Franzese
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Martedì 3 Gennaio 2023, 06:09 - Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 17:59

La riforma, quella con la R maiuscola, dovrebbe arrivare quest'anno. Il primo incontro tra la ministra del Lavoro Marina Calderone e le parti sociali per tentare di mettere in soffitta o comunque superare la cosiddetta legge Fornero sulle pensioni varata nel 2011 nel pieno della crisi dei debiti sovrani, è già fissato per il 19 gennaio. Ma trovare la quadra, come si suol dire, tra maggiore flessibilità nei tempi di uscita dal lavoro e esigenze di sostenibilità dei conti pubblici non sarà semplice. Perché si parte da numeri implacabili: quasi 18 milioni di pensionati per i quali, secondo gli ultimi dati forniti dall'Inps, si spendono 313 miliardi di euro all'anno. Una cifra enorme - la più alta tra tutti i capitoli di spesa pubblica - che corrisponde a circa il 16% del Pil.

Non è un caso che i tentativi del governo Conte di varare una riforma del sistema previdenziale con la ministra Nunzia Catalfo e poi quelli del governo Draghi con il ministro Andrea Orlando non siano stati forieri di nessun risultato, salvo l'adozione di misure temporanee come quota 100, e poi ancora quota 102. In questo solco, e in attesa della riforma organica e strutturale, nel 2023 debutta quota 103, ovvero il canale di uscita per chi ha compiuto 62 anni di età ed è riuscito a totalizzare 41 anni di contributi.

Non è comunque l'unica novità in campo pensionistico di questo anno appena iniziato. La manovra di bilancio, infatti, ha aumentato le pensioni minime per gli over 75 a 600 euro al mese, ha rimodulato le percentuali di rivalutazione delle pensioni rispetto all'inflazione (la rivalutazione piena spetta solo a chi ha un assegno fino a 4 volte il minimo, poi parte il decalage), ha introdotto una stretta per Opzione donna.

Quota 103, le novità

Come si andrà in pensione quindi quest'anno? Il canale classico, quello della pensione di vecchiaia resta lo stesso: 67 anni di età. Non cambiano le regole per la pensione anticipata, quella che si raggiunge con 42 anni e 10 mesi di contributi indipendentemente dall'età anagrafica per gli uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi per le donne. Prorogata per un altro anno Ape sociale, la misura che consente a chi ha almeno 63 anni ed è in una condizione di difficoltà di avere un'indennità in attesa che si perfezionino i requisiti per la pensione.

Come detto, però, il 2023 non è esente da novità. A cominciare dalla nuova quota 103 che sostituisce e rende un po' più complicato il raggiungimento dei requisiti rispetto a quota 102. L'asticella più bassa richiesta per l'età anagrafica (62 anni contro i 64 della precedente quota) è abbondantemente compensata da un inasprimento del requisito contributivo che, con quota 103 si alza a 41 anni (contro i 38 precedenti). Quota 103 porta con sè anche un'altra novità: il tetto all'importo dell'assegno, che non potrà superare la soglia di cinque volte il trattamento minimo Inps (circa 2.800 euro mensili). Al compimento del 67esimo anno di età, il tetto scompare e così chi aveva maturato una pensione più alta da quel momento in poi riceverà l'assegno pieno. La platea potenziale di quota 103 è stimata in 50.000 soggetti.
Meno di tremila invece saranno le lavoratrici che potranno andare in pensione con Opzione donna. La versione 2023 prevede infatti uno standard anagrafico di 60 anni (che torna a 58 solo in presenza di due figli), 35 anni di contributi maturati e l'appartenenza ad almeno una di tre categorie disagiate, ovvero assistenza a familiare disabili; invalidità al 74%; licenziate di aziende in crisi.

 

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