Il presidente russo ha annunciato che i territori dell'Ucraina che hanno annunciato il referendum per l'adesione alla Russia "hanno il sostegno" di Mosca. Nessuna decisione è stata presa in Russia invece è stata presa in merito a un possibile cambiamento dello status dell'operazione militare speciale in Ucraina, per trasformarla ufficialmente in guerra, né sull'imposizione della legge marziale. A specificarlo è stato il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov. Il ministro della difesa, Serghiei Shoigu, ha invece precisato che i riservisti richiamati sono uomini che hanno già servito nell'esercito, con esperienza di combattimento e specializzazioni militari. Sono esclusi i militari di leva. Scopo della mobilitazione è "controllare i territori liberati" in Ucraina, ha affermato il ministro
Immediata la risposta della Nato. Vladimir Putin ha usato "una pericolosa e incauta retorica nucleare. Lui sa bene che una guerra nucleare non può essere vinta e avrebbe conseguenze senza precedenti per la Russia. Inoltre la Nato sta aumentando la sua presenza" sul fronte Est "per rimuovere qualsiasi equivoco a Mosca. Noi faremo in modo che non ci siano equivoci a Mosca sulla serietà dell'uso di armi nucleari", ha dichiarato il segretario generale, Jens Stoltenberg.
"Noi stiamo parlando con i nostri Alleati ma anche con l'industria della difesa per aumentare la produzione militare, di armi e munizioni, perché dobbiamo rimpiazzare i nostri stock per assicurare la difesa dei territori Nato ma anche per continuare a sostenere l'Ucraina", ha aggiunto Stoltenberg. "Non credo che userà queste armi. Non credo che il mondo gli consentirà di impiegarle", ha detto il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, rispondendo a una domanda sulla minaccia nucleare di Putin.
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