Prestiti, con l'autocertificazione l'erogazione diventa automatica

Prestiti, con l'autocertificazione l'erogazione diventa automatica
di Rosario Dimito
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Sabato 20 Giugno 2020, 14:12
Dopo il via libera della Commissione UE alle modifiche introdotte dal Parlamento nella conversione in legge del Decreto Liquidità, cambiano alcuni profili soggettivi e oggettivi per i beneficiari e si introducono importanti novità per l’accesso ai finanziamenti garantiti dallo Stato. Le critiche mosse da tecnici ed esperti del settore hanno sortito gli effetti sperati soprattutto per quel che riguarda l’ampliamento degli stanziamenti, i requisiti qualitativi delle diverse agevolazioni e le verifiche non sono formali. Le misure più popolari spaziano tra l’allungamento della durata, l’allargamento della platea dei beneficiari e la maggiore liquidità per le operazioni di rinegoziazione ma la vera e principale novità riguarda l’automatismo del meccanismo di erogazione per i prestiti garantiti da MCC.
L’introduzione di una nuova attestazione semplificata (c.d. autocertificazione) sembra essere l’unica via d’uscita per sollevare in qualche modo le banche dall’obbligo di effettuare una vera e propria valutazione creditizia e ridurre al minimo il processo di istruttoria da delle stesse.

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Altri tasselli altrettanto importanti sono rappresentati dall’apertura al private debt da parte del governo - ovvero l’ampliamento delle maglie di accesso alla garanzia Sace da parte dei soggetti che sottoscrivono prestiti obbligazionari o altri titoli di debito – e l’introduzione di un vincolo di estinzione di esposizione pregresse. Il tutto, a tutela dell’equilibrio finanziario del settore finanziario e produttivo del paese. In linea generale, tutti i ritocchi al decreto liquidità hanno una sola parola d’ordine: snellimento e ampliamento delle procedure per la concessione di prestiti per andare incontro a limitazioni e lungaggini burocratiche che nel corso di questi mesi hanno frenato l’erogazione, facendo venir meno la finalità stesso del decreto ovvero la fame di liquidità del sistema paese.

A questo si aggiunge la volontà esplicita da parte del Governo di potenziare ed espandere, il più possibile a tutti i livelli gli effetti le misure di liquidità sul sistema economico e non solo produttivo, garantendone anche la stabilità.
I prestiti continuano a seguire tre corsie e con percentuali di garanzia rimaste inalterate. Quelli concessi fino al 25% del fatturato raggiungono il tetto di 30 mila euro - rispetto ai precedenti 25 mila - con una maggiore flessibilità nel rimborso del prestito, grazie alla durata dell’ammortamento che si allunga da 6 a 10 anni, e nuove modalità di calcolo degli interessi applicabili (non superiori al tasso di rendistato con durata analoga al finanziamento, aumentato del 2%). Per questi, il Fondo approva le domande presentate dopo aver verificato soltanto che il soggetto richiedente sia tra quelli ammissibili e che non superi i limiti di aiuto previsti, senza alcuna valutazione economica e finanziaria da parte degli intermediari finanziari che non hanno più scuse per i ritardi accumulati. Restano in capo alle banche il mero controllo formale dei requisiti e gli obblighi previsti dalla normativa antiriciclaggio.

La medesima autocertificazione è prevista anche per la richiesta di finanziamenti garantiti da SACE. Si amplia, per questa tipologia di finanziamenti, anche la platea dei beneficiari, dal momento che alle PMI e alle persone fisiche esercenti attività di impresa, arti o professioni, si aggiungono broker, agenti e subagenti di assicurazione, nonché enti del Terzo settore, compresi gli enti religiosi civilmente riconosciuti. Per gli interessati alle misure di garanzia rivolte a SACE, oltre alle imprese, ai titolari di partita IVA e lavoratori autonomi si aggiungono anche le associazioni professionali e le società tra professionisti e si estende l’ambito oggettivo di rilascio della garanzia anche a fronte di cessione di crediti o di sottoscrizione in Italia di prestiti obbligazionari da pare di emittenti con un moderato rischio di default. Escono invece dal perimetro di applicazione, le imprese che operano nei cosiddetti paradisi fiscali.

E’ stata poi introdotta una specifica disciplina dell’autocertificazione, analogamente a quanto previsto per i finanziamenti garantiti da MCC e rivolti alle pmi. Sempre per questa tipologia di finanziamenti, le modifiche sono state introdotte anche per il periodo di preammortamento (36 mesi) e per i tempi di restituzione, portati fino a 30 anni, nonché all’ampliamento del vincolo di destinazione della garanzia che ora ricomprende anche
le spese di locazione o affitto di ramo d’azienda. A queste si aggiungono le precisazioni sull’impegno dei soggetti richiedenti a non deliberare dividenti o riacquistare azioni anche da parte di imprese da questi controllati, nonché all’obbligo di destinare una parte del finanziamento garantito alla copertura di esposizioni debitorie pregresse nella misura non superiore al 20%).

Infine, il Governo va incontro anche agli oltre 600 mila soggetti già beneficiari delle misure del Decreto Liquidità che ora hanno la possibilità di richiedere integrazioni e adeguamenti, sia in termini di durata che di importo, alle nuove misure della Legge di conversione. Per i finanziamenti cosiddetti “di rinegoziazione”, che sostituiscono vecchi crediti con nuovi garantiti e che pure finora hanno riguardato una frazione contenuta del totale, hanno subito una modifica, perché la liquidità aggiuntiva - per quelli che «verranno deliberati d’ora in poi» - dovrà ammontare almeno al 25% (nel testo del decreto prevedeva il 10%).
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