Poste Italiane, finanziamento di 400 milioni dalla Banca europea per gli investimenti

Poste Italiane, finanziamento di 400 milioni dalla Banca europea per gli investimenti
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Giovedì 3 Ottobre 2019, 15:18
Poste Italiane ha ottenuto un finanziamento di 400 milioni di euro dalla Banca europea per gli investimenti (Bei) volto a facilitare il piano strategico pluriennale denominato Deliver 2022. Il prestito, spiega un comunicato, è destinato alla realizzazione di 80 progetti in una pluralità di settori, con iniziative che comprendono: l’installazione di pannelli fotovoltaici ad alta efficienza energetica in 661 edifici postali e l’adeguamento degli edifici ai più avanzati standard di efficienza energetica, con l'obiettivo di ridurre l'emissione di anidride carbonica; la modernizzazione ed automatizzazione delle operazioni logistiche ovvero il miglioramento dei processi di automatizzazione nello smistamento pacchi, dai 500.000 colli giornalieri del 2018 ai 900.000 nel 2022; l’ammodernamento delle dotazioni infrastrutturali e strumentali degli uffici postali situati nelle “regioni coesione” (Sud Italia); la trasformazione digitale con lo scopo di semplificare ed ottimizzare la customer experience.

«Con questo accordo confermiamo la nostra grande attenzione per il digitale, l’innovazione tecnologica e l’ambiente, cogliendo l’opportunità di sostenere a condizioni competitive i nostri programmi di crescita in aree chiave del nostro business - ha commentato Matteo Del Fante, amministratore delegato di Poste Italiane -. Proseguiamo nell’attuazione del nostro piano strategico Deliver 2022 aumentando la sicurezza e migliorando le condizioni di lavoro in azienda, innalzando gli standard ambientali e dando nuovo impulso all’automazione dei centri logistici».

«La Bei è da anni a fianco di Poste Italiane in tutti i suoi piani di investimento, perché in ogni angolo d’Italia Poste è un punto di riferimento affidabile per la popolazione. Di rilievo è la programmazione di ammodernamento degli uffici sulla base dei più aggiornati criteri di efficientamento energetico: come banca della UE siamo da anni e saremo sempre più in futuro attenti a progetti di contrasto al cambiamento climatico», ha detto Dario Scannapieco, vicepresidente della Bei.

Intanto secondo la classifica internazionale “The Most Influential Brands 2019” stilata da Ipsos, Poste è risultata la società quotata italiana più influente in positivo nelle scelte quotidiane dei cittadini. L’azienda guidata da Del Fante conquista il 23° posto assoluto nella Global Top 100, migliorando di dieci posizioni rispetto al 2018.

Nell’edizione 2019 lo studio Ipsos ha raccolto le opinioni di 4.550 italiani e ha deciso di concentrarsi in particolar modo sul tema della responsabilità sociale d’impresa analizzando tutte le iniziative promosse dalle aziende per perseguire obiettivi etici. La ricerca ha preso in considerazioni cinque fattori per determinare l’influenza di una marca: Trustworthy (fiducia, affidabilità), Engagement (coinvolgimento), Leading Edge (innovazione, capacità di far tendenza), Corporate Citizenship (impegno e ruolo sociale), Presence (presenza).

La posizione conquistata da Poste Italiane conferma il giudizio positivo della clientela, su cui si basa lo studio, e testimonia l’impegno e i progressi dell’azienda che per la prima volta ha messo nero su bianco nel primo Bilancio integrato di Gruppo i risultati raggiunti in termini di sostenibilità. Questi risultati, sottolinea un comunicatodi Poste, sono il frutto dell’esecuzione del Piano industriale Deliver 2022, nel quale è stato integrato il Piano strategico Esg - Enviromental, Social and Governance ovvero il sistema di obiettivi di sostenibilità che l’azienda ha definito in coerenza con la strategia di business.

Questo processo di sviluppo di attività sostenibili a livello ambientale, sociale e di governance ha permesso all’azienda di entrare a settembre 2019 nel Dow Jones Sustainability World Index e nel più selettivo Europe Dow Jones Sustainability Index, gli indici che valutano le aziende per le loro prestazioni economiche, ambientali e sociali e per fattori come il governo societario, la gestione dei rischi, il contributo alla mitigazione dei cambiamenti climatici, gli standard della catena logistica, i processi produttivi, il risk management, le procedure anticorruzione e la gestione della catena di fornitura.

 
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