Salutata con gratitudine e trionfalismo, celebrata come un successo, in realtà, tutti sanno che la rielezione del Capo dello Stato in carica, era l'ultima carta che i partiti avrebbero voluto giocare. Non è mistero, tra l'altro, che lo stesso Premier Draghi ambisse al Colle, seppur mai lo avesse ammesso ufficialmente.
Archiviata una settimana di schermaglie e bluff, siamo di nuovo al punto di partenza: Draghi a Palazzo Chigi e Mattarella al Colle, schema che garantisce la necessaria continuità politica, in una fase per il Paese ancora difficile, chiamato ad entrare nel vivo dell'attuazione del Recovery Plan.
Eppure, secondo una parte di analisti ed osservatori, l'esecutivo esce dalla partita Quirinale decisamente indebolito, con due partiti della maggioranza che rischiano di implodere. "il centrodestra va rifondato", l'entrata a gamba tesissima della leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Strascichi pesantissimi anche in casa Cinquestelle: tensione alle stelle tra Giuseppe Conte e Luigi Di Maio che ha chiesto un chiarimento interno. Ad accendere la miccia l'intesa trovata da Conte con Salvini e Meloni (e con l'appoggio - almeno iniziale - di Letta) per votare una donna Capo dello Stato (Elisabetta Belloni, ndr).
© RIPRODUZIONE RISERVATA