Pos negato, commercianti non obbligati ad accettare carte e bancomat sotto i 60 euro

Sale il tetto previsto dalla Legge di bilancio all'articolo 69, che fino ad ora era previsto per 30 euro

Pos, sale il limite dell'esenzione: commercianti non obbligati ad accettare carte e bancomat sotto i 60 euro
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Domenica 27 Novembre 2022, 19:43 - Ultimo aggiornamento: 28 Novembre, 19:43

L'obbligo di accettare i pagamenti digitali con carta e bancomat, senza incorrere in sanzioni, sale da 30 a 60 euro. È l'ultimo ritocco che spunta nella bozza della manovra circolata in questi giorni in una seconda versione non ancora definitiva. Tra una bozza e l'altra l'importo è di fatto raddoppiato e la norma è stata molto sfoltita, ponendo semplicemente la soglia dei 60 euro dove la legislazione vigente fissava l'obbligo di accettazione da parte di esercenti, artigiani e professionisti per qualsiasi importo. L'avvio delle multe per i commercianti privi di Pos era stato anticipato a giugno scorso dal decreto Pnrr varato dal governo Draghi per rispettare uno degli obiettivi del Piano. In base alla nuova norma le sanzioni esistenti non scompariranno, ma saranno limitate agli acquisti più consistenti. Per i piccoli importi, artigiani e esercenti potranno invece rifiutare le carte senza alcuna conseguenza. La misura, destinata a favorire il piccolo commercio, si affianca alla stretta che arriverà invece sull'e-commerce. Per i soggetti passivi Iva che facilitano le vendite nei confronti di un cessionario non soggetto passivo sarà previsto l'obbligo di trasmettere all'Agenzia delle Entrate i dati relativi ai fornitori e alle operazioni effettuate. In caso di mancata trasmissione si verrà considerati responsabili in solido per l'assorbimento dell'Iva. Le vendite per corrispondenza vengono inoltre eliminate da quelle per le quali l'emissione della fattura non è obbligatoria se non richiesta dal cliente.

E sempre in tema di commercio, spunta anche l'ultima novità per mettere freno al fenomeno degli "apri e chiudi" accusati da Giorgia Meloni di concorrenza sleale.

Per la riapertura di una partita Iva ormai chiusa sarà infatti richiesta una fideiussione di 50mila euro. In dettaglio, l'articolo prevede che, di fronte a possibili illeciti, l'Agenzia delle entrate possa effettuare «specifiche analisi del rischio connesso al rilascio di nuove partite Iva, ad esito delle quali l'ufficio invita il contribuente a presentarsi in ufficio» per esibire la documentazione necessaria e per dimostrare, «sulla base di documentazione idonea, l'assenza dei profili di rischio individuati». In caso di mancata presentazione in ufficio del contribuente, «ovvero di esito negativo dei riscontri operati sui documenti eventualmente esibiti, l'ufficio emana provvedimento di cessazione della partita Iva». «La partita Iva - si conclude nel testo - può essere successivamente richiesta dal medesimo soggetto, solo previo rilascio di polizza fideiussoria o fideiussione bancaria per la durata di tre anni dalla data del rilascio e per un importo non inferiore a 50mila euro»

 

Il Codacons: presa in giro per i consumatori

«Le disposizioni della manovra che riguardano il Pos rappresentano un colpo di spugna che cancella di netto 8 anni di battaglie in favore dei consumatori». Lo afferma il Codacons, commentando il limite di 60 euro sotto il quale i commercianti sono esentati dall'obbligo di consentire il pagamento con carte e bancomat. «L'obbligo del Pos per commercianti e professionisti ha rappresentato una storica battaglia del Codacons durata ben 8 anni e che aveva portato lo scorso giugno all'introduzione di sanzioni verso gli esercenti che rifiutavano ai clienti i pagamenti elettronici - spiega l'associazione - L'incremento del limite a 60 euro per l'uso di carte e bancomat deciso ora dal Governo, oltre ad essere del tutto inutile, rappresenta una presa in giro: l'eliminazione delle sanzioni nei confronti dei commercianti prevista dalla legge di bilancio, infatti, permetterà di fatto a tutti gli esercenti, professionisti e artigiani di rifiutare i pagamenti con Pos, senza incorrere in alcun tipo di conseguenza, con evidenti danni per i consumatori costretti, se vogliono effettuare acquisti e pagamenti, a ricorrere al contante», conclude il Codacons.

 

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