Isole Pontine entrano nel Pnrr, pronti i piani anti-spopolamento. Ponza e Ventotene riconosciute in “Area 73”

Adesso possono entrare nei bandi del Recovery

Le Isole Pontine entrano nel Pnrr
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 7 Aprile 2022, 00:11 - Ultimo aggiornamento: 11:50

Isole minori nel Pnrr. Anche Ponza e Ventotene, le Maldive del mare laziale, entrano nella Strategia nazionale per le aree interne, che può contare su risorse ingenti nell’ambito del Recovery Plan. In arrivo mezzo miliardo di euro per gli interventi anti-spopolamento in questi territori, suddivisi in più aree. Ieri la ministra per il Sud e la coesione territoriale, Mara Carfagna, ha annunciato il riconoscimento delle isole minori come 73esima area inserita nella strategia Snai.

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Le Isole Pontine entrano nel Pnrr

Non solo Ponza e Ventotene.

Festeggia anche Capri, per esempio. E poi: l’Elba, Ischia e le Eolie tra le altre. Gioielli che durante la pandemia il turismo di prossimità ha imparato ad apprezzare appieno, ma che rischiavano di restare fuori dalla partita per il rilancio del Paese. Ieri i rappresentanti dei 35 Comuni delle isole minori italiane sono stati ricevuti a Roma nella sede del ministero per il Sud. «Isole come Capri, Ventotene, le Tremiti, sono grandi vetrine del Paese, luoghi che hanno ispirato il cinema e la letteratura, noti e desiderati in tutto mondo, ma troppo spesso risultano difficilissimi da vivere per chi ci abita e vorrebbe restarci. C’è stato un deficit di attenzione nei loro confronti: oggi cominciamo a colmarlo», ha spiegato la ministra Mara Carfagna.

 
PROCEDURA SEMPLIFICATA

In arrivo subito per le isole minori 11,4 milioni di euro per progetti anti-spopolamento che beneficeranno di una procedura di governance estremamente semplificata. La selezione dei progetti da realizzare avverrà con la supervisione e il coordinamento dell’Agenzia per la coesione territoriale, vigilata direttamente dalla Presidenza del consiglio. Nei giorni scorsi, la pubblicazione dell’avviso pubblico che mette a disposizione 500 milioni di euro, all’interno della Missione 5 del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per servizi e infrastrutture sociali di comunità nelle aree interne. Obiettivo: restituire a circa due milioni di italiani la possibilità di far nascere un bambino nel loro territorio o di continuare a viverci anche se anziani e bisognosi di assistenza. Più nel dettaglio, la strategia in questione rappresenta una politica nazionale di sviluppo e coesione territoriale che mira a contrastare la marginalizzazione e i fenomeni di declino demografico propri delle aree interne del Paese. Parliamo di territori fragili, distanti dai centri principali di offerta dei servizi essenziali e che troppo spesso risultano abbandonati a loro stessi: tuttavia coprono complessivamente il 60% dell’intera superficie del territorio nazionale, il 52% dei Comuni e il 22% della popolazione. Le aree selezionate dalla Snai passeranno ora da settantadue a settantatré, per oltre 1100 Comuni, corrispondenti a una popolazione che supera i 2 milioni di abitanti. 
 

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