unico e universale per i figli a carico; le indennità una tantum di 200 e 150 euro, i bonus per le bollette elettriche e del gas; l'anticipo della rivalutazione delle pensioni.
La riforma dell'Irpef, l'assegno unico e gli altri interventi - spiega l'Istat - hanno ridotto il rischio di povertà per le famiglie con figli minori, sia coppie (-4,3 punti percentuali), sia monogenitori (-4,2), soprattutto in seguito all'introduzione dell'assegno unico. Per le famiglie monocomponenti (-2,1) e per gli ultrasessantacinquenni soli (-1,3) la riduzione è dovuta prevalentemente ai bonus e all'anticipo della rivalutazione delle pensioni. Per le famiglie senza figli o solo con figli adulti il rischio di povertà rimane
quasi invariato o aumenta lievemente.
L'assegno unico ha determinato, nel 2022, una riduzione del rischio di povertà di 3,8 punti percentuali per i giovani da 0 a 14 anni, di 2,5 per quelli da 15 a 24 anni e di 2,4punti percentuali per gli individui nella classe di età fra i 35 e i 44 anni. Se si considerano anche le altre politiche, la riforma Irpef, i bonus e la rivalutazione delle pensioni, il rischio di povertà si riduce ulteriormente per tutte le classi di età al di sopra dei 24 anni.
Le analisi dell'attuale scenario distributivo - sottolinea l'Istat - tengono conto solo parzialmente degli impatti differenziali tra i diversi livelli di reddito del significativo aumento dell'inflazione, che saranno oggetto di ulteriori approfondimenti.
Con l'introduzione dell'assegno unico il rischio di povertà per i minori under 14 si è ridotto di 3,8 punti percentuali mentre è sceso di 2,5 per quella da 15 a 24 anni.
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