Pmi, c'è chi chatta con le lampadine e chi "allena" gli hacker amici

Pmi, c'è chi chatta con le lampadine e chi "allena" gli hacker amici
di Rosario Dimito
6 Minuti di Lettura
Martedì 28 Dicembre 2021, 10:32 - Ultimo aggiornamento: 11:34

Elaborare dati aziendali interagendo con un advisor virtuale attraverso il linguaggio naturale, gestire tutti i servizi domotici di un ufficio per mezzo di una lampadina a tubo Led, imparare a valutare la sicurezza delle applicazioni di intelligenza artificiale su una piattaforma social.
Sono tre esempi di innovazione e sostenibilità declinati nel mondo digitale che vedono protagoniste alcune delle pmi italiane che hanno potuto realizzare i loro progetti, in un periodo drammatico come quello pandemico, approfittando delle garanzie pubbliche del Fondo per le pmi, gestito da Mediocredito Centrale (Mcc), l'istituto pubblico guidato da Bernardo Mattarella.


iGenius (una startup con sede a Milano) ha inventato il primo advisor virtuale per la business intelligence con l’obiettivo di sviluppare una tecnologia utile anche per altre pmi. Tecnojest (una pmi innovativa abruzzese) sviluppa soluzioni per creare un unico ecosistema digitale in cui le persone e le cose possono interagire, anche chattando. Red & Blu (Startup innovativa di Napoli) attiva nell’ambito della sicurezza informatica, allena gli hacker buoni a bucare i sistemi aziendali.


iGenius nasce per iniziativa di Uljan Sharka di cui è attualmente CEO. Perché la missione della sua impresa è quella di ripensare completamente l’interazione tra persone e dati aziendali. Da questa idea imprenditoriale nasce Crystal, il primo advisor virtuale per la business intelligence, che estende e semplifica l’accesso e l’interpretazione dei dati, a tutta l’impresa con comando vocale.
«Il maggiore ostacolo nell’interazione fra persone e dati è costituito dalla mancanza di competenze necessarie per interagire con i software di business intelligence. Crystal introduce una soluzione basata sul linguaggio naturale fornendo un’interfaccia conversazionale, semplificata e proattiva, colmando il gap di competenze tecniche e chiudendo il digital divide», spiega Uljan Sharka.
Nel contesto delle grandi imprese è facile immaginare l’impatto e quantificare l’incremento di efficienza.

Crystal aiuta anche le piccole e medie imprese, cuore pulsante della nostra economia, fornendo una soluzione accessibile nell’era in cui è imprescindibile l’uso dei dati.


«Il sostegno di Mcc, tramite il Fondo Garanzia, è stata la chiave del successo per aiutare l’azienda ad accelerare lo sviluppo delle tecnologie proprietarie di intelligenza artificiale. I fondi ricevuti, 5 milioni di euro di finanziamenti garantiti al 90%, sono stati fondamentali per rendere Crystal disponibile verso le piccole e medie imprese Italiane» afferma Sharka.
Tecnojest nasce in Abruzzo per iniziativa di Maurizio Berardo che inizia la sua carriera professionale nel 1979 in una multinazionale che si occupa di quelli che una volta venivano chiamati i “cervelloni elettronici”. Dal 1996 Berardo si proietta nel pioneristico mondo di chi tenta di trasformare le telefonate analogiche in stringhe di dati da far passare attraverso collegamenti tra computer. Nel 2001 nasce Tecnojest che, a venti anni dalla sua nascita, è diventata uno dei maggiori attori a livello mondiale (l’unico in Abruzzo) per la telefonia VoIp in ambito pubblico.
Ma l’attività di Tecnojest non si ferma qui. L’azienda progetta infatti soluzioni hardware e software con un approccio tecnologico basato su due principi fondamentali: l’energy saving, per coniugare alte prestazioni con un basso consumo energetico, e il digital life simplifier, per rendere la tecnologia più semplice e gestibile mettendola al servizio della vita quotidiana. 
Infatti, un team di ricercatori, ingegneri e sviluppatori lavora a soluzioni per integrare sempre di più le persone e le cose, attraverso la UC (“Unified Communication”, ossia i classici dispositivi mobili), e la IoT (“Internet of Things” che consente di portare nel mondo digitale gli oggetti di uso quotidiano e interagire con loro). 
Una di queste soluzioni è “LampaDotta®”, brevetto depositato da Tecnojest nel 2009 e già in commercio: una lampadina LED capace di gestire tutti i servizi domotici di un ufficio o di una casa, di rispondere alle telefonate, chattare con gli elettrodomestici, aprire la porta di casa, spegnere la tv o creare la giusta diffusione audio nell’ambiente.
Oltre a questa, ad oggi Tecnojest vanta altri 5 brevetti riconosciuti come innovativi e di utilità, sia in Italia che all’estero. 
L’azienda è riuscita ad accedere a un finanziamento bancario di 320 mila euro, garantito con una copertura pari al 90% dal Fondo di garanzia per le pmi. «Grazie all’accesso al credito bancario - afferma l’amministratore unico Berardo - stiamo portando avanti un nuovo progetto denominato Social Energy che rappresenta la prossima sfida verso l’innovazione: la realizzazione di colonnine di ricarica per autovetture elettriche che agiranno in maniera integrata con una piattaforma avanzata, affinché l’utente possa interagire utilizzando tutte le funzioni di Comunicazione Unificata, di Gestione energia e automazione nell’ottica della sostenibilità energetica». 
RED & BLUE nasce a Napoli nel 2020 dalla collaborazione tra quattro professionisti con esperienza in grandi imprese industriali e in piccole e medie aziende di successo. Tra questi il ceo, Walter Miele che viene da più di 5 anni di esperienza nel settore dello sviluppo del software e dell’Intelligenza Artificiale e da 20 anni svolge attività nell’ambito dell’Ethical Hacking e dell’ICT Security. L’azienda di Napoli mette a disposizione le competenze decennali del team in ambiti trasversali, partendo dalla CyberSecurity Avanzata e dall’Intelligenza Artificiale, per arrivare ai processi complessi di supply chain e al general management. Il nome Red & Blue nasce dalla consuetudine, che il settore dell’ICT security ha ripreso da quello militare, di chiamare Red Team la squadra che simula attacchi hacker e Blue Team quella che deve rilevare i tentativi di intrusione e rispondere all’offensiva.
«Il finanziamento di 100 mila euro assistito dal Fondo di garanzia – racconta Miele - è stato fondamentale per la realizzazione della piattaforma BrainSmasher. Si tratta di una piattaforma social al cui interno sono presenti molteplici opzioni di tipo formativo, di matching col mondo del lavoro, consulenziale, produttivo e di ricerca legato, al mondo delle A.I. ed al loro utilizzo, con particolare attenzione alla CyberSecurity proprio sui prodotti di A.I. ed alla loro difesa nonché per un utilizzo sicuro, in tutte le sue componenti, dalle reti neurali al machine learning fino alle applicazioni reali anche già presenti in commercio».
Per fare alcuni esempi concreti, gli iscritti alla piattaforma possono allenarsi nell’attività di penetration tester cercando di “bucare” sistemi di intelligenza artificiale che mimano infrastrutture realmente esistenti senza incorrere nelle sanzioni previste per chi fa queste attività nel mondo reale;oppure un’azienda può mettere una “taglia”, cioè mettere a disposizione un prodotto prima della commercializzazione per testare la sua sicurezza: chi riesce a violarlo e comunica al committente le vulnerabilità riscontrate può riscuotere il premio.

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