Pirelli, nel mirino del governo le invasioni di campo dei cinesi: interferenze di Sinochem nella gestione aziendale

Il dipartimento Golden Power avrebbe rilevato interferenze. Congelato l’ultimo patto di soci in attesa delle due audizioni di chiarimento. Il verdetto entro fine giugno

Pirelli, nel mirino del governo le invasioni di campo dei cinesi: interferenze di Sinochem nella gestione aziendale
di Rosario Dimito
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Martedì 23 Maggio 2023, 22:19 - Ultimo aggiornamento: 22:20

Il governo accende un faro su Sinochem, multinazionale statale cinese impegnata nella produzione e commercio di prodotti chimici e fertilizzanti e nell’esplorazione e produzione di petrolio, azionista tramite la controllata Cnrc di Pirelli con il 37% del capitale. Dopo l’apertura del procedimento di golden power su notifica del socio orientale, l’istruttoria sarebbe arrivata a uno snodo cruciale: secondo quanto risulta al Messaggero, l’Ufficio per le attività propedeutiche all’esercizio dei poteri speciali guidato da Bernardo Argiolas ha fissato due audizioni, per il 6 e l’8 giugno, al fine di ascoltare i vertici di Sinochem e di Pirelli, in modo da integrare l’attività svolta finora e poter arrivare a una decisione sulla legittimità della partecipazione entro giugno. In tempo utile per chiarire gli assetti del gruppo degli pneumatici e consentire lo svolgimento dell’assemblea il 29 giugno per l’ok al bilancio 2022 e in una successiva riunione, entro luglio, il rinnovo del cda. 

Il faro del dipartimento di Palazzo Chigi è rivolto all’ultimo patto entrato in vigore venerdì scorso, quando è stata convocata l’assemblea, che resta congelato in attesa del responso sul golden power, così come i diritti di voto di Cnrc. 

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In applicazione dei regolamenti europei l’Italia, a fine 2019, ha allargato il tipo di tecnologie che rientrano nel golden power e il gruppo della Bicocca è una di quelle società che, per la propria tecnologia, rientra fra le società strategiche per il sistema paese. Il pronunciamento da parte del governo sarebbe perciò atteso entro un mese. Nel frattempo si dovranno svolgere alcuni passaggi intermedi come le due audizioni citate.
A quanto risulta, il dipartimento Golden Power avrebbe rilevato, sulla base di documenti ufficiali acquisiti come i verbali dei consigli, che l’influenza dei consiglieri cinesi sarebbe andata oltre quanto previsto dai patti originari, l’ultimo del 16 maggio 2022 e, più in generale, dall’impegno a non interferire nella gestione della società come previsto nel 2015 al momento dell’ingresso in Pirelli. Va ricordato che nell’Opa condotta con Camfin da 7,5 miliardi, investirono 2,2 miliardi anche se nel 2017 durante il ritorno di Pirelli in Borsa ricollocarono il 20% per 1,3 miliardi. 

LA VIA DELLA SETA

In questi anni gli azionisti cinesi, spinti anche dal mutato quadro geopolitico, avrebbero tentato di imporre regole non compatibili con una società quotata, snaturando gli accordi originari con interferenze e violazioni su una serie di punti che attengono l’autonomia gestionale riconosciuta alla leadership di Marco Tronchetti Provera. Dunque, entro un mese maturerà l’indirizzo del governo Meloni, alle prese anche con la difficile partita della Via della Seta, rispetto al ruolo degli azionisti cinesi e solo quando il quadro sarà chiaro Pirelli potrà procedere a nominare il nuovo consiglio di amministrazione nel corso di un’assemblea che si terrà entro il prossimo 31 luglio.

Va peraltro sottolineato che negli accordi e nello statuto che Sinochem avrebbe in qualche misura violato, Tronchetti Provera viene riconosciuto come il depositario e custode delle capacità della Pirelli di restare uno dei colossi mondiali delle gomme ad alta redditività.

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