Nel mese di gennaio – sottolinea Confcommercio –, dopo un quadrimestre negativo, la produzione industriale è tornata a crescere registrando, al netto dei fattori stagionali, un +1,7% su base mensile. Ciò nonostante permane, su base annua, una tendenza alla riduzione (-0,9%). L'occupazione si è confermata stabile rispetto al mese precedente, e in crescita nel confronto annuo (+0,1% su base mensile, +0,7% rispetto a gennaio 2018).
A segnare un peggioramento è stata, la fiducia di imprese e famiglie che, nel mese di febbraio, è calata dell'1,3% congiunturale, mentre il sentiment delle imprese ha continuato a patire la debolezza del quadro economico, con un calo dello 0,8%. Solo la fiducia delle imprese al dettaglio ha mostrato un miglioramento (2,4% m/m).
Pil mensile – Tenendo conto dell'andamento dei principali indicatori, debole ed incerto, l'Ufficio Studi stima, per marzo, una variazione congiunturale negativa (-0,1%) del Pil mensile. Un dato che porterebbe a un calo dello 0,3% rispetto allo stesso mese del 2018. Il primo trimestre 2019 dovrebbe quindi registrare una crescita del Pil dello 0,1% in termini congiunturali, mentre il tasso di crescita tendenziale si attesterebbe al -0,1%.
Indicatore Consumi Confcommercio (Icc) – A febbraio l'Icc è sceso dello 0,1% in termini congiunturali e aumentato dell'1% nel confronto con lo stesso mese del 2018. In termini di media mobile a tre mesi, dopo il recupero degli ultimi periodi, l'indicatore flette leggermente.
Dinamiche congiunturali – La diminuzione registrata in termini congiunturali è sintesi di un aumento dello 0,2% della domanda relativa ai servizi e di una flessione di analoga dimensione per i beni. Variazioni positive apprezzabili si sono registrate solo per i beni e i servizi per la mobilità (+0,5 % sul mese precedente) e per gli alberghi e i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,4%). Per contro, la diminuzione più significativa si è registrata per i beni e servizi per le comunicazioni (-0,7 su gennaio), al cui interno ha rallentato la componente relativa ai beni. In diminuzione anche le spese per i beni ed i servizi per la casa e per gli alimentari le bevande ed i tabacchi (-0,5%). Per le altre voci di spesa, sostanziale stagnazione.
Dinamiche tendenziali – L'aumento dell'1% è sintesi di un'evoluzione positiva sia della domanda relativa ai servizi (+1,5%), sia della spesa per i beni (+0,9%). Sulla tenuta di quest'ultima componente – si sottolinea nel Rapporto – ha influito l'andamento della domanda di beni inclusi nella mobilità e nelle comunicazioni. Andamenti positivi anche per gli alberghi i pasti e le consumazioni fuori casa (+1,6%). Decisamente più contenuti i tassi di crescita per i beni e i servizi per la casa (+0,5) e per i beni e i servizi ricreativi (+0,3). La domanda per i beni e i servizi per la cura della persona è risultata stabile. Per contro, la domanda relativa agli alimentari, alle bevande e ai tabacchi (-1,5%) e all'abbigliamento e alle calzature (-0,2%) continua a segnalare una tendenza alla riduzione.
Tendenze a breve termine dei prezzi al consumo – Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per marzo l'Ufficio Studi stima, rispetto a febbraio, un aumento dello 0,3%. Nel confronto con lo stesso mese del 2018 il tasso d'inflazione dovrebbe collocarsi all'1%, in modesta discesa rispetto a febbraio.
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