Piano antievasione, stretta del fisco sui finti poveri

Piano antievasione, stretta del fisco sui finti poveri
di Umberto Mancini
2 Minuti di Lettura
Giovedì 3 Gennaio 2019, 08:00
La lotta all'evasione fiscale nel 2019 riparte dai controlli mirati, incrociando le banche dati, e dalla possibilità, messa nero su bianco dal governo in un decreto ad hoc, di accedere all'anagrafe tributaria da parte della Guardia di Finanza. La Gdf avrà a disposizione una immensa mole di dati contenuti nel supercomputer dei conti correnti. Un allargamento del campo d'azione di grande portata. Non solo. Potrà anche chiedere alle Entrate i dati per valutare i comportamenti delle multinazionali che operano in Italia. Informazioni che serviranno a supportare sempre di più il contrasto alla grande elusione che, come noto, utilizza architetture e meccanismi sempre più complessi e sofisticati. Ma nel mirino, anche in vista del lancio del reddito di cittadinanza, ci sono sopratutto i finti poveri, i furbetti che potrebbero ricevere il sussidio di Stato.

IL DETTAGLIO
Del resto, come ha spiegato il Comandante generale della Guardia di Finanza, Giorgio Toschi, nella circolare operativa, «l'attività sarà orientata dalle analisi di rischio elaborate a livello centrale e da una mappatura analitica dei fenomeni di illegalità economico-finanziaria diffusi nelle varie aree geografiche del Paese». Come dire, guerra al sommerso e al lavoro nero.

La circolare fissa 11 linee di azione: non solo la caccia ai finti poveri con «l'indebita percezione di sussidi e prestazioni sociali», ma anche la lotta alla contraffazione, all'evasione Iva sui carburanti no-logo e alla corruzione negli appalti. E ancora. Contrasto alle «compensazioni di debiti tributari e previdenziali con crediti inesistenti, al lavoro nero e irregolare e ai connessi fenomeni di illegalità» (in primis, il caporalato e lo sfruttamento del lavoro in agricoltura). Lotta poi al contrabbando dei tabacchi e, come detto, al trasferimento illecito di capitali all'estero da parte di soggetti che non hanno aderito alla voluntary disclosure.

Tra i compiti c'è anche quello di scoprire gli sprechi di denaro pubblico «con particolare riferimento alla spesa sanitaria e previdenziale». Insomma, oltre ai finti poveri, la missione è individuare i dipendenti pubblici assenteisti, in virtù di uno specifico protocollo d'intesa siglato con il ministro per la Pubblica Amministrazione. Come sempre, infine, riflettori puntati sul riciclaggio di denaro sporco attraverso cambiavalute, money transfer e operatori del gioco e compro oro. Intensificata l'azione contro l'infiltrazione della criminalità economica ed organizzata nell'economia legale. Con particolare riferimento - si legge sempre nella circolare della Gdf - agli investimenti effettuati nei centri storici e nelle località ad alta vocazione turistica da parte di soggetti privi di adeguate capacità finanziarie».
Ma accanto alla crescente pressione sugli evasori, si punterà a sviluppare le comunicazioni per favorire l'emersione. Solo nel 2019 sono previste l'invio si oltre un milione e 800 mila lettere di avviso, mentre si conta di recuperare - il dato è dell'Agenzia delle Entrate - circa 14,5 miliardi di euro evasi al fisco.
 
© RIPRODUZIONE RISERVATA