Pensioni, sgravi per chi copre i “buchi” contributivi: per il dopo Quota 100, una nuova “pace” con l’Inps

Pensioni, sgravi per chi copre i “buchi” contributivi: per il dopo Quota 100, una nuova “pace” con l’Inps
di Michele Di Branco
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Giovedì 22 Luglio 2021, 22:36 - Ultimo aggiornamento: 24 Luglio, 09:56

Si profila la pace con l’Inps per quanti copriranno i buchi cumulati in relazione ai contributi previdenziali: previsti sconti fiscali. Il governo è al lavoro per mettere a punto un pacchetto di misure in grado di fronteggiare lo stop a Quota 100. Com’è noto, a fine anno la finestra triennale voluta dall’esecutivo Conte che consente di andare in pensione con un minimo di 62 anni di età e 38 di contributi terminerà, e Palazzo Chigi deve cercare di attutire il colpo subito da chi, magari per pochi mesi, avrà mancato l’obiettivo e dovrà attendere altri 5 anni prima di poter andare a riposo. Tra le misure in dirittura d’arrivo, appare ormai scontata la formula della “pace contributiva” che permette di recuperare anni privi di contributi per i lavoratori che hanno avuto periodi senza alcuna copertura di contribuzione figurativa o obbligatoria.

Quota 100 e pensione, i nuovi scenari con l'Inps

 
I PALETTI
Si tratta di una forma di riscatto aperta solo ai lavoratori che non abbiano alcuna contribuzione prima del 1996 (data in cui parte l’applicazione del metodo contributivo di calcolo delle pensioni) e, inoltre, i lavoratori non devono essere già titolari di un trattamento pensionistico diretto.

Anche nel 2022 questa platea di lavoratori potrà riscattare i periodi non coperti da contributi, in qualsiasi gestione Inps dove abbiano almeno un contributo, per un riscatto di massimo di 5 anni, anche non consecutivi fra loro. Il periodo da riscattare deve essere privo di contributi e di qualsiasi obbligo contributivo. L’onere da versare all’Inps, anche da parte del datore di lavoro, è determinato applicando l’aliquota contributiva (33% per i lavoratori subordinati) alla retribuzione lorda degli ultimi 12 mesi. I datori di lavoro potranno sostenere una parte dell’onere destinando i premi di risultato detassabili, fino a 3 mila euro per ciascun anno, su richiesta dei lavoratori stessi. L’agevolazione consiste nella possibilità di detrarre il 50% dei costi, in cinque quote annuali e senza interessi da versare.

 
LA LAUREA
Sempre in tema di previdenziale, alcune settimane fa l’Inps ha chiarito che la facoltà di riscatto agevolato degli anni di Università, introdotta nel 2019, sarà valida anche il prossimo anno. Il meccanismo riguarda tutti gli ex studenti  under 45 anni a condizione che siano soddisfatti due requisiti: non aver maturato alcuna contribuzione prima del 31 dicembre 1995 (quando era in vigore il calcolo integralmente contributivo) e di non essere titolari di pensione. Il riscatto di laurea agevolato prevede uno sconto sull’importo dovuto per il riscatto della laurea. Il costo del riscatto agevolato degli anni di università ha un ammontare uguale per tutti: 5.241,30 euro per ogni anno riscattato, con uno sconto medio, rispetto al riscatto tradizionale, di quasi il 60% dell’onere (il risparmio dipende in realtà dall’ammontare dell’attuale retribuzione). In pratica, l’operazione prevede la possibilità di effettuare l’operazione con le stesse regole di chi è ancora inoccupato. Calcoli alla mano, con un versamento medio compreso tra 21 e 26 mila euro, si recuperano 4-5 anni di contributi accorciando il tempo necessario per raggiungere il sospirato assegno previdenziale. 
 

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