Pensioni, giovane di 25 anni dovrà lavorare per 46 anni: le simulazioni Inps. Come verificare la propria posizione

I calcoli dell'ente previdenziale secondo il simulatore «Pensami», appena aggiornato. Col sistema online è possibile calcolare la propria posizione

Pensioni, giovane di 25 anni dovrà lavorare per 46 anni: le simulazioni Inps. Come verificare la propria posizione
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Domenica 22 Gennaio 2023, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 20:19

Per i giovani che iniziano a lavorare ora la pensione potrebbe essere praticamente un miraggio con l'assegno che potrebbe arrivare dopo i 70 anni: secondo il simulatore dell'Inps «Pensami», appena aggiornato, un 25enne che ha iniziato a lavorare da un anno potrebbe andare in pensione anticipata a 70 anni con almeno 46 anni e 4 mesi di contributi oppure in pensione di vecchiaia a 70 anni e sei mesi sempre che abbia almeno 20 anni di contributi e un assegno di almeno 1,5 volte il minimo.

Pensioni, come calcolare quando si può andare? Il simulatore Inps per scoprirlo

Pensioni, i calcoli dell'Inps

Potrà andare in pensione anticipata a 67 anni e 4 mesi avendo maturato un assegno pari ad almeno 2,8 volte il minimo (ora 1.409 euro ma l'importo sarà da aggiornare) dato che il suo calcolo è totalmente contributivo.

Il simulatore Pensami, che consente ai cittadini di calcolare le proprie prospettive pensionistiche senza registrarsi, può essere utilizzato inserendo pochi dati anagrafici e relativi alla contribuzione fornendo informazioni riguardanti le pensioni cui è possibile accedere sia nelle singole gestioni previdenziali, sia cumulando tutta la contribuzione, ma non gli importi delle prestazioni. Lo strumento indica le date nelle quali si potrà accedere alla pensione inserendo i vari periodi contributivi accumulati.

 

LE SIMULAZIONI

Facendo una simulazione sulla base delle regole attuali risulta che un lavoratore nato nel 1990 andrà in pensione a 70 anni se avrà almeno 20 anni di contributi, a 74 e tre mesi se ne avrà meno di 20 e con 45 anni di contributi a prescindere dall'età se vuole andare in pensione anticipata. Potrà andare a riposo con 66 anni e 10 mesi di contributi se avrà maturato un assegno di pensione pari ad almeno 2,8 volte l'importo minimo di pensione ed avrà almeno 20 anni di contributi. Secondo il simulatore dell'Inps un uomo nato a gennaio 1982, quindi con poco più di 40 anni e che ha iniziato a lavorare nel 2010 a 28 anni potrà andare in pensione anticipata a 66 anni e due mesi qualora abbia versato almeno 20 anni di contributi e abbia maturato un importo di pensione superiore a 2,8 volte il minimo. Altrimenti dovrà aspettare per la pensione di vecchiaia (sempre con 20 anni di contributi ma con assegno di 1,5 volte il minimo) i 69 anni e sei mesi. Se non è riuscito a versare 20 anni di contributi dovrà attendere i 73 anni e 9 mesi (con 5 anni di contribuzione).

PENSIONE ANTICIPATA

Per l'anticipata ci vorrebbero 45 anni e 7 mesi di versamenti ma arriverebbe nel 2055 comunque a 73 anni e 9 mesi. Per una donna che ha ora poco più di 50 anni (nata a ottobre del 1972) che ha cominciato a lavorare a 25 anni la pensione anticipata se si ha un assegno di 2,8 volte il minimo ed è totalmente nel sistema contributivo (nessun contributo versato prima del 1996) arriverà a 65 anni e 4 mesi (sempre che si abbiano 20 anni di contributi). Se l'assegno è più basso (ma comunque superiore a 1,5 volte il minimo) dovrà aspettare la vecchiaia a 68 anni e 8 mesi nel 2041. Sempre nel 2041 si matura la pensione anticipata (43 anni e sei mesi di contributi) mentre per la pensione di vecchiaia se non si hanno almeno 20 anni di contributi si dovranno attendere i 73 anni.

I CASI

Per una donna nata a ottobre 1962, quindi con 60 anni appena compiuti che abbia cominciato a lavorare nel 1987 a 25 anni la pensione anticipata e di vecchiaia, se la contribuzione sarà continua, coincideranno e arriveranno il primo aprile del 2030 a 67 anni e 5 mesi o con 42 anni e tre mesi di contributi. Non è prevista una pensione anticipata con l'assegno pari a 2,8 volte il minimo dato che la lavoratrice avrà almeno una parte di pensione calcolata con il metodo retributivo. Il simulatore lavora sulle regole attuali e chiaramente non può tenere conto di eventuali sbalzi sull'aspettativa di vita come è accaduto nel periodo della pandemia né di cambiamenti delle regole ancora non entrati in vigore. Deve essere aggiornato anche sulla base della legge di Bilancio 2023.

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