L’Inps erogherà a marzo, non più a febbraio, la rivalutazione e gli arretrati per le pensioni superiori a 2.101,52 euro (pari a quattro volte il minimo), ha precisato l’Istituto in una nota nella quale ricorda che per gli assegni fino a questa cifra si è erogata già da gennaio la rivalutazione rispetto all’inflazione del 100%.
«Dal 1° gennaio, si legge in una nota, l’Inps ha provveduto ad attribuire la rivalutazione delle pensioni e delle prestazioni assistenziali nella misura del 100% a tutti gli utenti che abbiano ottenuto in pagamento, nell’anno 2022, rate di pensione per un importo inferiore o uguale a 2.101,52 euro (quattro volte il trattamento minimo).
LA RIVALUTAZIONE
Gli importi definitivi seguono l’andamento dei prezzi al consumo definito dell’Istat, che ha stimato un’inflazione al 7,3%: gli assegni, però, saranno rivalutati al 5,3%, a causa dell’anticipo della perequazione al 2% prevista dall’ex Governo Draghi. Non solo. La rivalutazione al 100% spetta solo agli assegni non superiori a quattro volte il trattamento minimo, ovvero fino a circa 2.100 euro. Per gli importi più elevati è previsto un taglio sugli aumenti. La buona notizia è che per le pensioni minime degli anziani over 75 è previsto l’aumento fino a 600 euro.
I CALCOLI
Di fatto, ipotizzando un assegno di 2.800 euro (nel 2022), quest’anno tale valore viene incrementato del 3,869 per cento; con il sistema a scaglioni sarebbe stato incrementato del 7,300% fino a 2.101,52 euro; del 6,205% per la parte oltre 2.101,52 e fino a 2.626,90 euro; del 3,869% per la parte oltre 2.626,90 euro (in realtà l’anno scorso gli scaglioni erano diversi ma per semplificare utilizziamo quelli di quest’anno). La conseguenza è che con le regole attuali l’assegno passa a 2.908,33 euro circa, con il meccanismo a scaglioni sarebbe diventato di 2.992,69 euro.